Analisi PNRR la Bocconi sui deficit
MILANO – Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – scrive il recente rapporto della Bocconi – è uno straordinario e unico strumento di politica economica e, come tale, ha bisogno non solo di un’efficace attuazione, ma anche di una approfondita e continua analisi del suo impatto.
A diciotto mesi dall’avvio del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, e con circa 100 miliardi di euro già assegnati tramite procedura competitiva ai cosiddetti «soggetti attuatori» (Ministeri, enti locali o aziende statali), il Bocconi PNRR Lab ne traccia un primo bilancio.
[hidepost]
Il PNRR Lab, nato in partnership tra SDA Bocconi e M&M-Idee per un Paese migliore, è luogo dove ricercatori e aziende si ritrovano per monitorare lo stato di attuazione ed elaborare proposte di policy che favoriscano una efficace implementazione delle riforme ed un’efficiente allocazione degli investimenti previsti. Il coinvolgimento di imprese e operatori economici privati è un unicum del Lab.
Le prime due valutazioni della Commissione Europea sul rispetto delle tempistiche dei traguardi e degli obiettivi del Piano (dicembre 2021 e giugno 2022) sono state positive – dice il Rapporto – ma i ritardi si stanno accumulando nel passaggio dall’allocazione dei fondi ai soggetti attuatori – passaggio che richiede bandi di gara, aggiudicazioni di appalti, SAL, e relativa rendicontazione. I dati aggiornati della NADEF dicono che, a fronte di circa 29,4 miliardi da spendere nel 2022, ne saranno erogati circa 15, oltre ai 6 del 2021. E i problemi?
Il deficit di capacità tecnica nelle amministrazioni locali va potenziato per consentire le procedure ad evidenza pubblica legate agli investimenti PNRR, idem la piattaforma ReGiS, coordinando le risorse con la nuova linea di finanziamento dei fondi strutturali europei di Capacità per la coesione (dotata di oltre un miliardo di euro, e recentemente approvata nell’ambito del nuovo Accordo di Partenariato 2021-27).
Serve una semplificazione delle gare d’appalto in modalità pubblico-privata, per cui, come già accade oggi, la fase progettuale potrà essere affidata ad un’azienda dotata di specifica esperienza, e la gara pubblica organizzata sul progetto risultante, con una premialità specifica, ma non esclusiva, per l’azienda proponente..
I tempi sul permitting tra diverse amministrazioni in funzione delle diverse capacità organizzative risultano in media più lunghi e non compatibili con l’attuazione effettiva di quanto previsto dal PNRR. A questo riguardo, sarebbe opportuna la costituzione di una Cabina di Regia tecnica a livello nazionale.
[/hidepost]