Quella nuova, straordinaria primavera

Nella foto: Il sindaco Maria Ida Bessi.
CAPRAIA ISOLA – Ventesimo anniversario della Sagra del totano sull’isola toscana più lontana, più selvaggia e più amata da chi ancora cerca la propria Itaca: anniversario con pochissimi totani – il caldo estivo di fine ottobre li ha cacciati nei fondali e pescarli è stato arduo – ma in compenso con un record assoluto di turisti.
Basti pensare che trail 2⃣9⃣ e il 3⃣0⃣ ottobre la ⛴ nave Liburna della Toremar ha scaricato una media di 6⃣0⃣0⃣ turisti a corsa.
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E la rada è risultata tanto fitta di barche all’ancora ⛵🛥 che la stessa nave ha dovuto far acrobazie per attraccare.
Chi ha cercato di prenotare all’ultimo tuffo è rimasto in continente. Tutto esaurito.
Le sagre di paese sono tutte, ciascuna per il proprio verso, piacevoli testimonianze della gente locale.
Quella dell’isola di Capraia in più tira fuori anche l’anima nascosta di un centinaio di artisti dilettanti: molti dei quali si nascondono dietro la scorza rude – a volte molto, molto rude – per poi esprimersi con quadretti, ceramiche, origami, sapori, bevande, parei e capi d’abbigliamento tutti orgogliosamente Made in Capraia.
O almeno, fake Capraia, ma in spirito d’allegria. Tra i banchetti, quello degli scolari dell’isola, che si sono industriati a realizzare in creta cotta, argilla e pietra scolpita, tutti i simboli che parlano della loro realtà: i cavallucci marini, i totani (ovviamente!) le foglie di aloe – pianta di cui l’isola è davvero piena – le barchette da pesca, i pesci. Forse non lo sanno, ma sono minuscoli, deliziosi capolavori.
Anche se dunque sono mancati i totani locali (ma non quelli che previdentemente erano stati fatti arrivare da lontane lande…) la festa c’è stata con il porto epicentro dello show, tra stand, barilotti di birra alla spina, vini locali Doc – quelli davvero originali, dalle vigne coltivate sulle colline interne – e giri dell’isola in taxi-barca, con tanto di fermata per farsi il bagno e le bracciate a nuoto d’obbligo grazie al sole, al caldo, alla straordinaria stagione d’inizio novembre.
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Nella festa di Capraia non poteva mancare un ritorno che pochi davano ormai come possibile: quello dell’esemplare di foca monaca 🦭 che era stato avvistato tre anni fa e poi era sparito.
Il sindaco 👤 Maria Ida (“Marida”) Bessi ha messo sul notiziario web dell’isola il filmato fornito dal Parco dell’Arcipelago – e registrato da una telecamera a infrarossi piazzata nella grotta marina dove un tempo le forche erano stanziali – che conferma la presenza di un esemplare adulto: è rimasto ore a dormicchiare nella spighetta ghiaiosa in fondo alla frutta, probabilmente rimpinzata di pesce, e poi è sparita.
🗣 “Sono animali erratici – conferma il sindaco Marida – ma si vede che la sosta in Capraia fa parte del loro tour.
🗣 E dicono che adesso il Parco sta studiando di fare ricerche approfondite anche nelle altre isole minori.
🗣 La presenza della foca monaca è infatti testimonianza di un mare sano”.
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La Capraia, in questi primi giorni di un novembre tanto atipico da sembrare estate, richiama alla memoria il passato grazie a una serie di murales sui moli del porto, sull’ex convento di Sant’Antonio, sulla annessa chiesa oggi trasformata nel piccolo ma splendido museo delle memorie archeologica di terra e di mare.
Preziose foto di quando c’erano solo pochi pescatori, tanti detenuti della colonia penale agricola, e le guardie carcerarie – allora li chiamavano “secondini” – che vivevano una vita non molto dissimile da coloro che dovevano controllare.
Per decenni la colonia penale è stata il cuore pulsante dell’economia ma anche della vita vissuta.
Tanti i matrimoni tra gli agenti della polizia penitenziaria, e anche tanti i detenuti che scontata la pena si sono istallati sull’isola per farsi una nuova vita.
Oggi ci sono i figli dei loro figli.
Padroni di un microcosmo con i tanti problemi sociali dell’isolamento, ma anche con l’amore per questo scogli che li ha accolti.
E tutto sommato li difende dal pazzo mondo che c’è fuori.
(A.F.)
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