Più strategici i porti del Sud

Ugo Patroni Griffi
LIVORNO – I porti, le speranze, gli impegni: temi di grande attualità anche con il nuovo governo. E il richiamo che viene dalla logistica del Sud sembra ancor più ascoltato, e specialmente più da ascoltare, come chiarisce il presidente dell’AdSP dell’Adriatico Meridionale avvocato professor 👤 Ugo Patroni Griffi.
Ecco la nostra intervista.
🎙 Presidente, il suo sistema portuale è tra i più strategici per il Sud Italia ma non solo. Il nuovo governo sembra aver dato finalmente più importanza alle problematiche del mare. Quali sono adesso, a suo parere, le priorità per riempire di contenuti l’esecutivo?
🗣 “Dragaggi, semplificazioni e lo ‘status’ dei porti. I porti hanno dimostrato di essere il volano dello sviluppo, tuttavia la loro azione potrebbe essere maggiormente efficace se affrancati da bizantinismi e lacci burocratici. La competizione è globale, e quindi anche i porti italiani hanno bisogno di un apparato normativo che gli permetta di competere con altri sistemi portuali”.
🎙 Il PNRR sembra un po’ la Cornucopia, nel senso che pare offra grandi possibilità alle infrastrutture portuali. Il vostro piano di sviluppo su quali punti punta per l’autonomia energetica, il cold ironing e il rapporto con il waterfront urbano?
🗣 “Il tema è lo sviluppo sostenibile e l’autonomia energetica.
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Puntiamo sull’architettura concessaci dalle Comunità Energetiche Portuali nel cui alveo si possono sperimentare nuove forme di Partenariato con i privati. Dobbiamo cogliere ogni opportunità offerta dalla transizione energetica, approfittando del trend che vede a livello mondiale i porti come veri e propri hub energetici, dove i nuovi combustibili e l’energia rinnovabile non vengono solo commercializzati ma sempre più prodotti e messi anche a fattor comune. In questo framework il cold ironing è un pezzo importante per la realizzazione di una rete a servizio non solo degli operatori ma anche degli armatori. Il waterfront invece è il biglietto da visita delle città-porto e va costruito in sinergia con gli enti locali”.
🎙 Il passato governo non sempre ha valorizzato molto la conferenza con i presidenti delle AdSP, che avrebbe dovuto avere momenti di collaborazione stretta e concreta sulla pianificazione nazionale dei porti. Si ha l’impressione che ogni scalo sia una monade del tutto impegnata per se stessa, senza tener conto dei porti vicini…
🗣 “In realtà il ministro Giovannini lo ha fatto. Bisogna perseverare nella strada tracciata affinché la Conferenza diventi il luogo della sintesi delle esigenze del cluster”.
🎙 Anche la politica europea sulla logistica non sembra tener conto in concreto di una realtà come quella italiana, penisola proiettata nel Mediterraneo e ponte ideale con il Nord Africa ma non solo. Da avvocato ma specialmente da ormai “veterano” della portuali, cosa suggerirebbe al nuovo governo?
🗣 “Partire dai fondamentali e soprattutto dagli attuali scenari di probabilità che vedono, in prospettiva, i traffici spostarsi verso Sud e verso l’Oriente. Molte delle materie prime (terre rare) necessarie alla transizione energetica provengono da Est, mentre i nuovi carburanti carbon neutral proverranno in gran parte da Sud. Se comprendiamo questi scenari l’Italia potrà – anche alla congeniale posizione geopolitica – ritagliarsi una fetta importante di questi traffici”.
🎙 Molti suoi colleghi lamentano che la burocrazia centrale e locale è un disastroso freno all’agire rapidamente, come la logistica moderna impone. Ogni variazione di bilancio, anche modesta, impone un calvario di verifiche, documentazioni, approvazioni che non si trova in altri paesi. Qual è il suo parere e come uscirne?
🗣 “L’ho detto all’inizio. Semplificare e affrancare i porti dallo status di pubblica amministrazione. Se i porti esercitano un’attività economica si deve necessariamente virare verso uno status che consente una maggiore rapidità di azione, lo status di “impresa pubblica” che coniuga trasparenza, concorrenza ed efficienza potrebbe essere una soluzione, anche se non l’unica ovviamente. Sicuramente è arrivato il momento di approcciare il tema in una prospettiva di law and economics in cui il diritto interviene a valle della selezione delle modalità operative maggiormente efficienti”.
(A.F.)
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