Recessione oppure attesa?
ROMA – Vista dal centro, mentre il nuovo governo ancora sta facendo le ultime scelte sui posti chiave, la situazione economica nazionale è un insieme di 😵 contraddizioni 😵.
La produzione industriale nei primi otto mesi dell’anno è aumentata dell’1,4% 📈, con alcuni comparti che hanno registrato veri e propri boom come la farmaceutica (+51% ad agosto) l’elettronica (+31%) il tessile-abbigliamento (+20,9%).
Però chimica e metallurgia hanno registrato, sempre ad agosto brusche frenate 📉, legate probabilmente al massacro-bollette.
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Per settori che tirano forte, le piccole e piccolissime imprese soffrono: la chiusura di esercizi commerciali e artigiani è l’altro fenomeno negativo.
Di contro i 🛳 traffici marittimi continuano a crescere, sia pure con casi specifici. E continuano, anzi sono in aumento, gli investimenti del grande armamento su nuove navi, sempre più capienti – container – e sempre più dichiaratamente ecologiche.
Il “green-washing” nei porti è in piena corsa, con i vari bilanci di sostenibilità imposti per legge su diktat della UE: e bisognerebbe davvero rendersi conto di quanto lavoro e tempo si sono persi in tutte le AdSP per mettere su documenti che contengono molti passaggi degni soltanto di una più o meno palese ilarità.
Nel mondo marittimi, per quello che abbiamo potuto constatare, prevale una preoccupata attesa sui costi energetici, che sui terminal e sugli stessi porti stanno producendo davvero disastri.
Un’attesa che se non ci saranno miracoli, si trasferirà presto in negativo sugli investimenti e sui posti di lavoro.
Ci sono, dicono i rapporti Istat, in ballo 3,4 milioni di posti di lavoro.
Poi però c’è la nota capacità delle imprese italiane, loro sì, di fare miracoli.
👤 Riccardo Di Stefano, presidente dei giovani industriali in Confindustria, in una recente intervista a Il Sole24Ore ha ricordato che 🗣 “la capacità delle imprese di incassare colpi non è infinita”.
E la dead line si avvicina.
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