Con la schiena a paratia
LIVORNO – La vicenda della “riserva” o meno dei passeggeri alla Porto 2000 labronica sta arrivando in scadenza in tempi di passaggi di poteri tra un governo e un altro: tempi che non aiutano certo alle decisioni.
Stiamo vivendo, un po’ su tutti i porti e nell’intera catena logistica, momenti di attesa: attesa preoccupata per alcuni, attesa spaventata per altri, attesa di speranza infine per chi ha creduto nei progetti sanciti poi dal voto.
Ma non è un’attesa indolore: porti, interporti, armatori, imprese fino all’ultimo ufficio operativo, siamo tutti alle prese con la spada di Damocle dei costi dell’energia, che sta spezzando le redini anche ai più forti.
E per gli interventi a supporto – come ha fatto la Germania e stanno facendo altri paesi europei – i giorni che passano senza decretare concreti salvataggi pesano come macigni.
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Stiamo tutti con la schiena a paratìa come si dice a bordo, per cercare di non cedere.
🤫😶 Tutti in silenzio, compresi i 📞 telefoni 📞. Un vuoto che spaventa.
Ad aggravare la crisi dell’incertezza sull’energia, ci sono a maturazione proprio adesso vicende che si sono trascinate per anni.
Quella della Porto 2000 è una delle più urgenti per Livorno, ma anche per segnare un principio che valga a livello nazionale.
Lo stesso dicasi per la Darsena Europa e i costi da rivedere, per l’ultimo miglio d’ingresso alla stessa, per tanti progetti dell’interporto Vespucci, oggi in stand-by.
Come si fa a decidere investimenti, sviluppi, contratti se alla base di tutto non c’è la certezza e in tempi non solo certi ma veloci?
Antonio Fulvi
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