Il punto reale sull’idrogeno
MILANO – L’idrogeno diventerà una commodity largamente diffusa su scala globale entro il 2050 – solo in Europa la domanda di questo combustibile raggiungerà i 60 milioni di tonnellate annue (di cui la metà importate) entro la metà del secolo – ma la situazione non sarà la stessa in tutte le aree del globo. E i tempi non sembrano brevissimi.
Ed è per analizzare le differenze dal punto di vista geografico, ma anche per mettere a fuoco gli ostacoli da superare, che il World Energy Council ha redatto e pubblicato il report ‘Regional insights into low-carbon hydrogen scale up’.
In base ai risultati di questo studio, la futura mappa dell’H2 sarà caratterizzata dai due principali mercati energetici potenzialmente autonomi dal punto di vista e dell’idrogeno, ovvero USA e Cina, da due grandi hub di importazioni centrati intorno all’area Nord Europea e quella tra Corea e Giappone, da alcuni Paesi export-oriented come Australia, Canada, Russia (tramite utilizzo di risorse fossili e tecnologie CCUS) e da aree con un medio potenziale di esportazione come Africa e America Latina.
Per un completo sviluppo della filiera idrogeno – scrive l’organizzazione nella nota di commento al dossier – dovranno tuttavia essere superate le barriere allo sviluppo che oggi ancora permangono: la crescita del commercio internazionale di idrogeno, secondo il WEC, genererà infatti problematiche di trasporto e stoccaggi lungo la sua catena di produzione. Molti progetti, inoltre, risultano ancora difficilmente finanziabili. A questo si aggiungono preoccupazioni riguardo i costi di produzione e consumo finale, la necessità di schemi di certificazione e una regolamentazione condivisa per quanto riguarda gli standard ambientali.
Mettendo a fuoco le prospettive di sviluppo del vettore, lo studio ricorda che il prezzo finale dell’idrogeno low-carbon (verde e blu) scenderà dagli attuali 8 dollari a Kg (il riferimento, evidentemente, è alla variante green) fino a 3 dollari a Kg entro il 2050, prendendo in considerazione uno scenario di energia rinnovabile ad alto costo.
Una dinamica cui si accompagnano un crescente interesse da parte degli investitori per questa nuova ‘value chain’ e un numero sempre maggiore di ‘strategie’ nazionali in tema di H2, messe a punto dai Governi di molti dei paesi.