LIBRI RICEVUTI – “Incrociatori leggeri classe Capitani romani” (Storia Militare Briefing)
(di Antonio Fulvi)
giugno 2022
Cento pagine fittamente illustrate, con le firme di due specialisti, il direttore del bimestrale Maurizio Brescia e lo storico Augusto Del Toro, più il ricorso dell’importante consulenza d’avvio del compianto Erminio Bagnasco: è la sintesi di questo bel volume che rende giustizia non solo alla Marina dell’ultima Guerra Mondiale, ma alla costruzione di una classe di navi che rappresentò sotto certi aspetti un modello rimasto poi in attività anche a lungo dopo la fine del conflitto. Non ultimo, sia il prototipo della classe, sia almeno due degli esemplari, tra i quali l’“Attilio Regolo”, furono costruiti dal Cantiere Orlando di Livorno e dettero ottimi risultati sia di navigazione che di resistenza. Basta citare il siluramento del “Regolo” avvenuto l’8 novembre del 1942 al largo di Castellamare di Stabia (Sicilia). Per quanto l’esplosione gli avesse asportato tutela prora (vedi foto) la nave rimase a galla, fu rimorchiata a Palermo e poi a Livorno e “ricucita” con una prua nuova, continuando a navigare e a combattere.
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Ancora una curiosità: la classe dei “Capitani romani” era nata clonando il progetto che il Cantiere Orlando di Livorno aveva ideato per l’Unione Sovietica, vincendo una gara internazionale molto combattuta. Ne era derivato l’incrociatore leggero “Tashkent”, che alle prove si rivelò l’incrociatore più veloce del mondo, grazie in particolare a linee di carena (e all’uso di acciai leggeri) che furono poi apertamente copiate per i “Capitani romani”. Il “Tashkent” fu consegnato nel 1939 ma ebbe vita breve perché fu affondato dai bombardieri tedeschi nel porto di Novorossjisk, tornato in auge adesso con i tragici eventi della guerra russo-ucraina.
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