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Librone Livorno sul nostro (sperato) futuro

LIVORNO – Ce la siamo sbrigata, una settimana fa, con il breve comunicato relativo alla presentazione in Fortezza Vecchia del 📕 librone 📕 dell’AdSP del Nord Tirreno su “Passato, presente, futuro” del sistema portuale.

Ce la siamo sbrigata come tutti: ma non per questo riteniamo chiuso l’argomento.

Argomento che è complesso e che richiederebbe una lunga, lunghissima serie di approfondimenti e di chiose. Intanto perché il libro è il risultato di un lavoro complesso, specchio di una complessità di impegni che l’AdSP di Luciano Guerrieri e dei suoi cercano di svolgere.

Necessariamente una sintesi, che sappiamo tutti essere sempre difficile.

Poi perché, senza essere necessariamente carogne, non si può non rilevare che soltanto il lavoro di pianificazione cartaceo imposto dalla farraginosa burocrazia ministeriale sembra assorbire una parte rilevante delle capacità di lavoro a Palazzo Rosciano.

Tradotto in volgare ✍️: se ogni piano, pianetto, piano generale, piano particolareggiato, piano dei vari piani etc. avesse un corrispettivo nella costruzione di una sola banchina, il porto sarebbe come Rotterdam.

Noi ci siamo pazientemente lette le 260 pagine del lavoro di Olimpia Vaccari, Marco Paperini e dei vari uffici dell’Authority: e anche riducendo le pagine alla metà, avendo la rispettiva traduzione in inglese, è stata una bella impresa. Ma abbiamo imparato parecchio, questo sì. Però non tutto.

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Proviamo a semplificare all’osso: sulle sezioni presente e futuro, ci sono alcune risposte concrete ma anche dei buchi neri non chiariti.

Il principale è relativo ai tempi di realizzazione dei progetti, che lascia più d’un dubbio. Lo stesso presidente Luciano Guerrieri, nella sua corposa introduzione, ammette che i progetti sono tanti ma “che ora la vera sfida sarà realizzarli”. Il virgolettato è suo e torna ad onore della sua correttezza intellettuale e politica.

Elenchiamo a titolo di semplificazione alcuni progetti con ⏱ 📅 ❓ ❔ ❓ tempi vaghi ⏱ 📅 ❓❔ ❓:

  • totale e definitivo collegamento ferroviario tra porto, interporto e rete nazionale (non solo lo “scavalco”);
  • completamento della direttrice veloce al porto di Piombino (di recente è arrivata anche la doccia gelata di Eugenio Giani, presidente della Regione, che sembra condizionare il finanziamento della 398 all’accoglimento del contestato rigassificatore in porto);
  • terminal crociere Porto 2000 (il tema è circondato da un annoso silenzio);
  • utilizzo del sistema bacini di carenaggio anche per le riparazioni navali e non solo gli yacht;
  • “Truck Village” (doveva essere pronto a marzo, per adesso è solo una rete dentro l’interporto);
  • autosufficienza energetica (boh?);
  • stazione GNL dentro il porto, per bettoline e Tir (doppio boh?);
  • tombamento sbocco dei Navicelli in Darsena Toscana (condizionato a un ponte levatoio al Calambrone che non risolverà le code sulla strettoia stradale anche per la futura Darsena Europa)…

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Ci fermiamo, perché non vorremmo che queste nostre considerazioni fossero prese come una critica.

Sono interrogativi che la gente si pone, e che magari hanno avuto una risposta nel librone, che ci è sfuggita per nostra troppo veloce lettura. Il fatto è che Guerrieri, Paroli e i loro tecnici – molti dei quali davvero bravi – insistono sul “pensiero sistemico”, sul tema “innovazione” e su quello collegato del “lean thinking”: tutti temi più che condivisibili, ma solo se generano fatti concreti in tempi concreti. Ci stanno lavorando e ne diamo loro atto.

Ci piacerebbe che anche chi lavora in porto, in banchina e sui vari traffici, sapesse in concreto quello che noi forse su alcuni punti non siamo stati capaci di leggere.

Antonio Fulvi

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Pubblicato il
25 Maggio 2022
Ultima modifica
26 Maggio 2022 - ora: 12:09

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