Moltiplicare i pani e i pesci…
LIVORNO – Il programma è ricco: e ci fa piacere, sia per il porto che per la città. È anche un segno – attacchiamoci a quello che si può in questi tempi di guerra e stragi – che il mondo cerca di reagire per tornare alla normalità.
Tutto ciò premesso, bisogna prendere atto della realtà portuale livornese che, come ha ammesso lo stesso presidente dell’AdSP Luciano Guerrieri giovedì nell’intervento in Fortezza Vecchia per il Propeller “la coperta è corta” non solo per gli spazi ma anche per le banchine.
I fatti: giovedì c’erano in porto tre navi da crociera, sistemate alcune alla meglio anche al Molo Italia che non è certo adatto a quella tipologia; una quarta, la Discovery II da 264 metri e oltre un migliaio di passeggeri, è stata dirottata a La Spezia perché non si sapeva dove metterla. Degli accosti per le crociere infatti la ex 75 è occupata da mesi da una nave da crociera in stand by, gli attracchi nel Porto Mediceo davanti alla Capitaneria sono anch’essi bloccati da due navi gialle ferme da settimane e l’Alto Fondale è ancora a mezzo servizio per le ro/ro/car di Grimaldi, che altrimenti rischiavano di andarsene. Per i traghetti ro/pax di accosti pubblici praticamente rimane la Sgarallino, perché anche l’Orlando è occupata ancora dai rinfusi. A Palazzo Rosciano ne sono ben consapevoli ma la moltiplicazione dei pani e di pesci – nella fattispecie delle banchine – non rientra nelle loro capacità. E allora?
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Prendo l’occasione per qualche spunto dal convegno di giovedì sera alla Fortezza Vecchia, convegno “proposto” dal Propeller Club. Perché metto la parola tra virgolette? Perché a fronte del tema, che ha schierato al tavolo dei relatori oltre al bravo Brandimarte lo stesso sindaco Salvetti e il presidente dell’AdSP Guerrieri, sono intervenuti come pubblico meno di una dozzina di operatori. Per lo meno mortificante. Se poi togliamo alcuni militari – Finanza e Carabinieri per lo meno c’erano e sono stati attenti, la Capitaneria non s’é vista – e l’apparato del Propeller, il vuoto è stato quasi assoluto.
Unico intervento dal pubblico “portuale” quello di Enrico Bonistalli, che ha ribattuto sui temi tante volte trattati anche sul nostro giornale:
- rebus bacino di carenaggio ancora in disarmo a oltre un anno dalla gara (e i riparatori navali ovviamente sono in crisi),
- dragaggio che lo sbocco dello Scolmatore in Darsena Toscana rende pressoché inutile (una gigantografia all’ingresso della sala Ferretti mostra visivamente come il fango dello Scolmatore arrivi fino alla bocca del porto attraverso la Darsena),
- ritardi nelle procedure per fornire il GNL in porto alle navi e agli eventuali TIR (a La Spezia stanno invece correndo),
- rischio rigassificatore a Piombino, (Guerrieri si è detto perplesso se non addirittura contrario ma il ministro insiste)
- eccetera.
Sia chiaro: capisco Luciano Guerrieri, che si trova a risolvere problemi vecchissimi e problemi nuovissimi, questi ultimi in un quadro nazionale ed europeo tutt’altro che chiaro. Capisco il sindaco Salvetti, che in un abbraccio operativo realmente e correttamente ristabilito con l’AdSP (dopo i duri scontri del passato del Comune con l’allora segretario AdSP Provinciali) ha provato a descrivere una città che marcia verso la transizione ecologica (ma anche su questo oggi a Livorno esiste una sola colonnina di ricarica auto elettriche in centro, in piazza del Comune) e verso una futura, nuova ed efficiente viabilità che liberi il porto dalla frammistione con le auto. Capisco Bonistalli, che si è fatto coraggiosamente portavoce delle tante richieste di chi sul porto lavora quotidianamente. Non sono certo io che posso indicare soluzioni: ma forse un tavolo allargato sul cluster “una tantum”, a integrazione delle commissioni consultive già esistenti che ovviamente hanno facoltà di interventi su tematiche di volta in volta limitate, potrebbe aiutare. Portandoci tutti a questi tavoli, anche a costo di usare la frusta. Davvero non si può?
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Dall’incontro al Propeller di cui sopra è uscita comunque la conferma della prossima firma della concessione del super-bacino. «Subito dopo Pasqua – ha detto il presidente Guerrieri – aggiudicheremo la concessione del compendio dei bacini di carenaggio».
Rispondendo alla domanda del past-president di Asamar Enrico Bonistalli, Guerrieri ha sottolineato come l’Ente di Palazzo Rosciano stia finalmente per mettere la parola fine ad una storia durata quasi sette anni e iniziata con l’affondamento del bacino galleggiante con l’“Urania” e la tragica morte di un operaio, avvenuta nell’Estate del 2015.
Prima le indagini sul tragico incidente, poi le controversie fra le assicurazioni che hanno bloccato tutto per anni, infine, le numerose iniziative legali con cui la società di riparazioni navali, Jobson, ha messo nel mirino le scelte dell’Authority sull’aggiudicazione provvisoria dei Bacini al concorrente Azimut Benetti hanno congelato la procedura di gara.
«Si è trattato di una partita lunga e complessa, che potremo finalmente chiudere nelle prossime settimana, una volta limati alcuni dettagli tecnici ed amministrativi inerenti al rapporto concessorio di durata decennale – ha concluso Guerrieri – Un grazie al giovane dirigente dell’AdSP, Fabrizio Marilli, per la competenza e determinazione, con cui, assieme al suo staff, ha chiuso la procedura».
Antonio Fulvi
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