Costiero Small GNL a Messina

Mario Mega
MESSINA – Molto interesse martedì scorso per la presentazione dello Studio di Fattibilità per la realizzazione di un deposito costiero Small Scale GNL a Messina in località San Filippo.
L’evento è stato anche trasmetto in diretta streaming sulla pagina ufficiale Facebook dell’AdSP dello Stretto.
L’Autorità – ha detto il presidente Mario Mega – si è posta l’obiettivo di favorire con decisione la transizione energetica del naviglio che effettua operazioni di scalo nei propri porti e, in tale ottica, ha strutturato due principali linee d’intervento: la linea del GNL e quella del cold ironing (elettrificazione delle banchine nei porti di Messina, Milazzo, Villa san Giovanni e Reggio Calabria per circa 2500 metri lineari complessivi, ndr).
A tal fine l’AdSP ha presentato delle idee progettuali al MIMS che sono state finanziate con il Fondo Complementare (PNC) in una apposita misura destinata all’area dello Stretto di Messina: 50 milioni di € per l’efficientamento energetico del porto attraverso il progetto pilota “Stretto Green”, di cui 30 per la realizzazione del deposito costiero e i restanti 20 per il cold ironing).
Per sostenere la transizione energetica verso modelli più sostenibili dal punto di vista ambientale nei trasporti marittimi come in quelli terrestri – è stato sottolineato – nell’attesa della soluzione definitiva con sistemi disancorati alle energie fossili, come per esempio l’idrogeno, è previsto realizzare un deposito costiero di GNL a Messina a servizio delle navi che scalano nei Porti dello Stretto ed in quelli vicini oltre che di quelle in transito nello Stretto di Messina.
Inoltre, anche il trasporto terrestre dei mezzi pesanti sta virando decisamente verso questa nuova modalità di alimentazione e questo deposito può contribuire a servire la nascente rete di distribuzione autostradale siciliana.
Necessità, quella della realizzazione del deposito, che nasce – ha ricordato il presidente Mega nel suo saluto iniziale – dal posizionamento dei porti dello Stretto come cerniera tra il Mare Tirreno ed il Mediterraneo e per l’alto numero di navi (circa 2000 accosti nave annui, ndr) derivante dall’elevato traffico traghetti, cargo e crociere che transitano nello Stretto di Messina. È un’occasione di sviluppo di un settore economico che fra l’altro tende a generare comportamenti virtuosi da parte degli operatori con l’abbandono dei carburanti ad alta produzione di CO2 (prevalentemente nelle fasi di ormeggio e disormeggio) a vantaggio del GNL, certamente molto meno inquinante.
Pur essendo un nodo fondamentale di trasporti in termini di transito mezzi e passeggeri – è una delle osservazioni dell’AdSP – l’area dello Stretto non è stata classificata mai come porto “core” della rete TEN-T, condizione necessaria per la realizzazione del deposito costiero di GNL secondo la direttiva DAFI.
A fine marzo – ricorda l’AdSP – è stato emesso l’avviso pubblico per la raccolta delle manifestazioni d’interesse al fine di individuare il promotore del Project Financing.
Gli eventi bellici delle ultime settimane e le loro ripercussioni sulle fonti di approvvigionamento energetico dell’Italia rendono l’intervento ancora più strategico con la possibilità, grazie ai depositi costieri alimentati con gasiere, di rifornirsi della materia prima in maniera molto flessibile. L’ingegner Leonardo Santoro – commissario del Comune di Messina – ha ricordato le criticità dell’area (la cui destinazione originaria era di piattaforma logistica del porto di Semestrieri), come le distanze minime dai centri abitati per la realizzazione dell’impianto, il rischio erosione costiera, il rischio di ondate di maremoti, attività sismiche ed eruzioni vulcaniche, i terreni alluvionali del torrente San Filippo soggetti a fenomeni di liquefazione.
L’onorevole Martina Nardi – presidente Commissione X “Attività produttive, commercio e turismo” della Camera dei Deputati – ha sottolineato l’esistenza di tutte le garanzie di realizzazione di questi tipi di opere consolidate. La transizione ecologica porta con sé l’innovazione, foriera di buone pratiche che sono attrattive di per sé.
Ingegner Stefano Nichele – Struttura tecnica di Missione MIMS – ha effettuato un focus sulla transizione ecologica sul trasporto marittimo e l’area dello Stretto. Ha sottolineato che le risorse per il rinnovo delle navi dello Stretto sono stati messi a disposizione 80 milioni di €, di cui: 20 per l’ibridizzazione di tre navi per il traghettamento dei treni (nave Messina, nave Iginia e nuova costruzione di unità navale entro il 2025) e i restanti 60 per la progettazione e fornitura di tre unità navali veloci di nuova generazione di tipo dual fuel (LNG/diesel)-elettrico.
Nel Decreto Legge n.121/2021 (legge 156/2021) sono stati individuati 37 milioni di € per la realizzazione di interventi strutturali necessari per l’aumento della capacità di accosto per le navi adibite al traghettamento dello Stretto, mentre il decreto ZES ha dedicato 10,5 milioni di € per l’adeguamento e risanamento della banchina Margottini di Reggio Calabria (6,5 milioni) e per l’adeguamento tecnico-funzionale e risanamento della banchina di Villa San Giovanni (4 milioni). Infine l’ingegner Matteo Tirindelli – Rina Consulting SpA – ha presentato lo studio di fattibilità nella sua interezza, svolto attraverso varie fasi fra cui lo screening di Area Vasta, processo preliminare, analisi SWOT delle tecnlogie disponibili, il modello finanziario semplificato, il cronoprogramma e la ZES.