I porti di Roma a Londra

Pino Musolino
LONDRA – Nella cornice dell’elegante sede dell’Ambasciata Italiana in Grosvenor Square a Londra, si è svolta una tavola rotonda organizzata dalla filiale londinese di Intergroup insieme all’Autorità del Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, per promuovere i porti del Lazio ed illustrare gli investimenti programmati e futuri.
Dopo il saluto istituzionale del capo dell’Ufficio Economico dell’Ambasciata Italiana a Londra, Massimo Carnelos, sono stati chiamati a confrontarsi, moderati dal giornalista del Sole 24 Ore Simone Filippetti, Alessandro Panaro, responsabile dell’area di Ricerca marittima e di Economia mediterranea del Centro Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (Srm) collegato a Intesa San Paolo; Pino Musolino, presidente AdSP Mar Tirreno Centro Settentrionale; Pietro Di Sarno, amministratore delegato Intergroup; Paolo Taticchi, professore della UCL e Alessandro Belluzzo, presidente della Camera di Commercio Italiana in UK.
Durante l’evento, patrocinato dal MIMS – Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Regione Lazio, Camera di Commercio Italiana in UK, Italian Trade Agency (ICE) e dal Centro Studi e Ricerche per il Mezzogiorno S-RM, sono stati trattati temi come l’importanza dei porti a supporto delle aziende Italiane, la sostenibilità, le risorse messe a disposizione dal PNRR e non solo, e la crescente domanda di digitalizzazione nella logistica.
Ed è proprio parlando dell’importanza dei porti che si è aperto l’intervento di Alessandro Panaro, che ha presentato la recente ricerca di SRM, centro studi collegato al gruppo Intesa Sanpaolo, in cui si analizza la strategicità del Mediterraneo nell’economia globale, che con i suoi 18 porti rappresenta il 20% dei traffici marittimi mondiali. Il Mediterraneo continua le sue tendenze positive, nonostante i trasporti commerciali via mare molto più lenti e molto più costosi a causa del Covid.
L’intervento si è poi concentrato sugli scali laziali, grazie ai quali è possibile il 23% dell’import/export della regione nei più diversi settori (mezzi di trasporto, prodotti chimici, metalli, prodotti petroliferi raffinati, macchinari e apparecchi, prodotti alimentari e bevande) sui quali bisogna però investire per renderli sempre più competitivi a livello mondiale. “Condizione necessaria – aggiunge Panaro – è che i porti diventino 6.0, ovvero scali moderni in grado di favorire la crescita di un territorio attraverso il valore aggiunto delle attività marittime e logistiche, basando la propria strategia sui principali asset di crescita competitiva: innovazione, sostenibilità, intermodalità, internazionalizzazione e ZLS”.
Un piano strategico degli investimenti necessari a completare le opere dei porti di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta da un miliardo di euro. È quello che subito dopo ha presentato a potenziali investitori e stakeholder internazionali il presidente dell’AdSP Pino Musolino.
“Avremo 160 milioni dal PNRR e altri interventi strategici per circa 200 milioni sono già finanziati dal Fondo Investimenti del Ministero, dall’Ue o con risorse proprie dell’AdSP: ci sono però oltre 650 milioni di euro di infrastrutture che potrebbero essere realizzate in partenariato pubblico-privato. Penso alla darsena Mare Nostrum – ha detto ancora Musolino – o al completamento del porto commerciale di Fiumicino, solo per fare due esempi. Abbiamo voluto tastare il polso ad una delle piazze finanziarie più importanti in assoluto, come quella della City di Londra, per avere intanto un feedback sull’appeal del nostro Paese e nello specifico dei nostri porti, per investitori privati nell’ambito delle infrastrutture. E mi pare che il primo approccio abbia suscitato un certo interesse, vedremo in futuro se potranno esserci degli sviluppi concreti”.
Importante il focus che Intergroup continua ad avere per l’internazionalizzazione: “Continuiamo a credere nella nostra filiale di Londra, sbocco necessario e strategico per i mercati internazionali in tutti i settori in cui operiamo”.
“Da Italiano, sono orgoglioso di realtà come Intergroup e porti di Roma, che dimostrano di avere strategie solide costruite su vision di lungo termine, e la capacità di esplorare le opportunità fornite dalla trasformazione digitale ed ecologica – afferma il prof. Taticchi della UCL – Oggi siamo nel mezzo della tempesta perfetta: la competitività delle aziende si gioca sulla capacità di ridisegnare i propri modelli di business e gestire la transizione digitale ed economica”.