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L’Italia che galleggia sul gas

Nella foto: Una piattaforma estrattiva in mare.

GELA – La Sicilia galleggia su un mare di gas, che potrebbe sostituire almeno un terzo della fornitura annuale che ci passa la Russia. L’ENI ha confermato di avere disponibili nei giacimenti già scoperti e raggiunti Argo e Cassiopea, almeno 15 miliardi di metri cubi di metano. Ma non è solo l’isola a nascondere i nostri tesori per l’energia pulita.

Il Mediterraneo è pieno di gas. Cominciando dall’Italia, secondo le stime abbiamo a disposizione nel Nord Adriatico, per fornire un riferimento geografico più preciso la zona a Nord di Goro (a Est di Ferrara), almeno dai 50 ai 70 miliardi di metri cubi di gas in vari giacimenti già scoperti e mappati negli anni ‘90 dall’allora Agip. 

Si tratta di giacimenti mai messi in produzione: la maggior parte si trova a più di 12 miglia di distanza dalla linea di costa, altri tra le 10 e le 12 miglia, una distanza tale quindi che non dovrebbe ingenerare rischi di subsidenza. E vale precisare che è stato dimostrato come la subsidenza del Polesine sia da attribuire all’estrazione di acque metanifere da depositi geologici superficiali, quindi in un contesto geologico e geografico diverso.

Sui tempi è presto detto: se si riuscisse a velocizzare l’iter autorizzativo e la fase progettuale – ha riferito lo stesso presidente del consiglio – l’estrazione di gas potrebbe iniziare fra 18 mesi. Le stime parlano di un contributo decisivo del Nord Adriatico per raggiungere un possibile raddoppio della produzione nazionale, nell’ordine del 7-8 miliardi di metri cubi l’anno, con una “vita” del giacimento di almeno 15 anni.

Saremmo ancora lontani dalla capacità reale che se fosse sviluppata in chiave pragmatica, tralasciando i sogni ambientalisti a favore della realtà della qualità della vita, potrebbe portare a una indipendenza energetica dell’Italia – con l’aiuto delle rinnovabili, in particolare i parchi eolici offshore – nel giro di una generazione.

Pubblicato il
23 Marzo 2022

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