Bacini, lo spreco livornese
LIVORNO – Ormai fa parte delle cronache di tutti i giorni: l’importante carico di lavoro della manutenzione e riparazioni navali delle unità anche italiane se ne va all’estero, nei bacini di carenaggio francesi, spagnoli, croati e turchi perché i pochi impianti nazionali sono sovraccarichi e quelli programmati sono ancora in costruzione.
In questo desolante quadro, lo “schiaffo” del mega-bacino di carenaggio livornese brucia ancora di più. Da oltre dieci anni è stato abbandonato di fatto, con il risultato che ormai funziona solo come darsena: elettricità, idraulica, gru, taccate, filtri è tutto andato alla malora.
Il tocco finale è avvenuto con l’affondamento della barca-porta, che ancora giace nella melma, ormai ridotta a un rottame.
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Responsabilità?
Non sta a noi dirlo: ma certo anche la gara per la sua assegnazione, che ha visto vincere il consorzio tra il gruppo Azimut/Benetti e i riparatori livornesi, di fatto non ha ancora ridotto risultati concreti. La lunga serie del contenzioso post-gara che ha ulteriormente ritardato l’assegnazione, sembrava potesse concludersi con un accordo di collaborazione anche con l’altro contendente ma al momento non se ne sa niente.
E il lavoro se ne va. Tutto normale, tutto da accettare in silenzio? (A.F.)
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