FERCAM verde, tra oggi e domani

Dino Menichetti
ROMA – Essere innovativi ma continuare a guardare oltre: può sembrare uno slogan ma è una vocazione per le imprese più responsabili, e una concreta opportunità in tempi nei quali lo sviluppo tecnologico corre più veloce della fantasia. Così FERCAM, una delle realtà europee più all’avanguardia nel settore trasporto e logistica, guarda già a soluzioni che solo pochi anni fa potevano ancora apparire fantascienza. Ne parliamo con Dino Menichetti, regional manager e responsabile del progetto “Emission Free Delivery”.
Per esempio, Menichetti, quali soluzioni state implementando?
Nel nostro DNA è radicata la volontà di tutelare l’ambiente, sin dall’inizio della nostra storia aziendale. Così il nostro parco mezzi di proprietà è sempre aggiornato e costituito da mezzi a emissioni ridotte. Ma non ci basta: con la collaborazione del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) stiamo lavorando all’introduzione di mezzi a idrogeno, che per molti sarà davvero il carburante “green” del domani.
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Non correte troppo?
La tecnologia c’è già, le analisi geopolitiche indicano che sarà effettivamente possibile impiegare questo carburante (dapprima verosimilmente in forma di idrogeno grigio o blu) nel prossimo futuro. Purtroppo due fattori rallentano la nostra corsa: il costo di produzione di un simile mezzo e la mancanza assoluta di distributori stradali d’idrogeno. In tutta Italia ad oggi ne è operativo solo uno a Bolzano, il che rende impossibile pensare di rifornire un parco mezzi circolante su tutto il territorio nazionale. Ma non è nostra abitudine rimanere a guardare in attesa che altri trovino per noi le soluzioni di cui necessitiamo. Stiamo progettando di realizzare un punto di rifornimento H2 proprio presso la nostra Filiale di Roma. E stiamo lavorando su un prototipo di motrice, progettato da zero insieme al costruttore. Avrà batterie elettriche sotto il pianale ai lati, due bombole di idrogeno gassoso dietro la cabina, sufficiente autonomia ed emissioni praticamente ridotte a vapore acqueo.
La soluzione idrogeno sarà quindi totalmente senza emissioni?
Per un’analisi corretta, le emissioni vanno calcolate considerando l’intera filiera. Costruire un veicolo alimentato a idrogeno ma non considerare come viene prodotto il carburante, come andranno smaltite le batterie elettriche, le emissioni della fase di costruzione del mezzo, dei pneumatici e delle altre componenti, significa ignorare il quadro completo. Certo è appurato che un mezzo che marcia a idrogeno inquina decisamente meno di uno alimentato a diesel. In particolare nelle aree urbane questa differenza è già fondamentale.
Ha parlato di costi, che nel business sono sempre fondamentali…
FERCAM ha introdotto nel proprio parco mezzi romano 16 motrici a metano compresso (CNG), del quale si stima un consumo totale pari a 140 tonnellate all’anno. Altre 2.000 tonnellate all’anno saranno consumate dai 50 autotreni con motrici a metano liquefatto (LNG), introdotti per le linee a medio e lungo raggio. Attualmente è la soluzione di compromesso più accettabile anche in ottica di sostenibilità ambientale, ma i recenti rincari del metano hanno colpito pesantemente gli operatori che come noi stanno rinnovando la propria flotta. Per il prototipo idrogeno-elettrico, che come dicevamo non è un’opzione attualmente disponibile per l’acquisto presso un costruttore ma va sviluppata ad hoc, abbiamo una previsione di costo 3,5 volte superiore ad un pari modello con motore endotermico.
Riassumendo e semplificando: i veicoli elettrici ad oggi disponibili sul mercato, utilizzabili per le tratte di ultimo miglio, non rispondono in toto alle vostre esigenze per questioni di portata e autonomia; oggi state già lavorando con il metano compresso, che è una soluzione intermedia assai meno inquinante di benzina e gasolio, ma non definitiva; state sperimentando un sistema idrogeno-elettrico con buone potenzialità future, ma al momento economicamente insostenibile su larga scala. Questo per coerenza con la vostra vision aziendale, ma anche per soddisfare gli obiettivi UE del prossimo futuro. Che tempi vi siete dati per raggiungere questi traguardi?
L’Unione Europea ha posto il limite del 2050 per il target emissioni zero, per alcuni settori addirittura del 2035. Un futuro che appare estremamente vicino, e che FERCAM si sta preparando a raggiungere il prima possibile. Non ho certezze al momento, se non che grazie al percorso che stiamo preparando potremo essere fra i primi nel nostro settore a raggiungere obiettivi di cui poter andare fieri.
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