Merlo-Zaccheo e l’horror vacui nei porti
LIVORNO – Patatrac, ci siamo di nuovo: il presidente dell’ART Zaccheo in audizione chiede più poteri regolatori anche sui porti – anello della catena trasportistica non secondario – e subito viene bacchettato. Duro il commento di Merlo, presidente di Federlogistica-Conftrasporto. “Non cerchiamo altre contrapposizioni e liti – ha scritto – tra istituzioni pubbliche. Per quello che chiede Zaccheo – ha detto ancora Merlo – c’è il Ministero e le singole AdSP. Semmai tra Ministero ed Agenzia si lavori insieme per un regolamento moderno e funzionale sulle concessioni”.
Ci siamo di nuovo.
Sulle sovrapposizioni – vere o presunte – di poteri tra organismi pubblici si discetta da tempo, ma non si risolve niente.
Sembra quasi che invece di lavorare per una comune visione e gestione della cosa pubblica, ci si arrocchi da ogni parte in difesa del proprio cortiletto, dove peraltro anche chi ha buona volontà rischia ogni giorno la spada di Damocle della responsabilità personale, e quindi va avanti con i piedi di piombo dove occorrerebbe volare.
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Ovviamente nel calderone delle streghe dove piovono critiche valide o meno, arrivano anche quelle alle AdSP. Sulle quali, in attesa che Assoporti faccia il miracolo di un vero “sistema dei sistemi”, c’è solo da scegliere.
Un lettore di alto livello, che è anche un amico del nostro giornale, ci scrive con uno scatto d’ironia quanto segue sulle AdSP, in risposta al commento di Pasqualino Monti sui presidenti “martiri”.
“Ora questi “poveri” martiri che passano gran parte della giornata a postare le loro mirabolanti imprese su Linkedin (che ricadono, ovviamente, sulle nostre tasche: quante opere inutili e senza senso sono state e saranno fatte o per il momento annunciate?) sarebbero secondo loro anche “senza rete”.
Vorrei vederli in qualità di potenziali ad di SpA alle prese con diecimila soci inviperiti e con i tribunali alle calcagna. “Cheche’ se ne dica, la loro posizione è win-win: percepiscono anche 300 mila euro/anno, non hanno padroni, e l’unico soggetto a cui dare conto sarebbe un’inutile Corte dei Conti; vedere, per esempio, lo stipendio medio dei dipendenti delle AdSP siciliane per rendersene conto”.
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Veleni gratuiti?
Non è facile distinguere. È certo che il “sistema dei sistemi portuali” non c’è, o comunque ad oggi è solo un’etichetta: è certo che la programmazione che appare dai documenti delle singole AdSP sembra voler considerare ogni porto come una monade, un’entità autoreferente e spesso in concorrenza con le altre; è certo che i porti come entità privatistiche – lo sostengono in molti – deciderebbero e attuerebbero le decisioni in tempi molto più rapidi.
Ma alla fine dei conti, si torna alle solite: la logistica nazionale, che pure fece dell’impero romano l’asse portante delle vittorie in tutto il mondo di allora, oggi per chi governa è una nicchia nemmeno prioritaria, se non a chiacchiere. Tanti annunci ma un vuoto reale di gestione.
E si sa che “natura abhorret a vacuo”. Con il rischio che a riempire questi vuoti arrivino da fuori….
A.F.
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