Kalypso, ovvero il customer service di nicchia

Franco Maria Rondini
GENOVA – Per le note leggi universali, come sosteneva Aristotele, “natura abhorret a vacuo”. E quindi dove c’è spazio vuoto, ci pensa la natura a riempirlo. Oppure ci pensa l’uomo. Così succede ed è successo nel campo della logistica marittima: grandi porti congestionati, compagnie con ritardi anche a causa della congestione alle stelle, costi alti, ritardi, incertezze. Ed ecco che si apre uno spiraglio importante: quello in cui si è introdotta, già con immediati risultati, la nuova compagnia di navigazione Kalypso (nomen omen, verrebbe da commentare: Calipso ovvero la dea del mare nella mitologia greca) lanciata dal gruppo logistico internazionale Rif Line. Ne parliamo con il neo direttore generale dottor Franco Maria Rondini, manager di lungo corso già presentato di recente sulle nostre colonne.
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Dottor Rondini, quali le motivazioni per la nascita della compagnia?
“Rif Line ha pensato bene di fare di necessità virtù considerata la situazione dello shipping degli ultimi 2 anni. Mancanza di spazi, di equipment, porti congestionati al massimo livello, blank sailings, ritardi enormi sulle schedules e situazione estremamente complicata della logistica in generale. Quindi perché non ragionare “out of the box” e provare a fare in piccolo quello che i mega carrier fanno su scala mondiale e focalizzandosi inizialmente su una manciata di porti da scalare direttamente? La necessità è stata in primis dettata dal poter offrire ai propri clienti una soluzione certa alle esigenze di poter spostare le proprie merci dalla Cina verso l’Italia e visto che il primo esperimento è andato piuttosto bene, si è deciso di proseguire su questa strada”.
Kalypso lancia la propria sfida in quale comparto prioritario?
“Il comparto in cui lanciamo il nostro servizio (e non sfida verso nessuno…) sappiamo essere in estrema sofferenza per le problematiche accennate più sopra. Noi non ci poniamo come concorrenti delle grandi Compagnie, ma vogliamo occupare quegli spazi che per varie motivazioni o scelte aziendali, queste compagnie oggi hanno deciso di non perseguire o non perseguire a fondo. La nostra strategia dovrebbe essere quella di coltivare al massimo livello il customer service, dare alla clientela risposte certe e veloci, garanzia di imbarco e di equipment, oltre alla velocità del servizio diretto che oggi ci fa distinguere dai servizi esistenti. Se riusciremo a fare questo, sono convinto che i clienti (e si badi bene che parliamo di BCO ma anche spedizionieri) ci seguiranno anche in futuro”.
Programmi a breve e a più lunga scadenza?
Programmi a breve sono quelli di gestire al meglio le 2 rotte che abbiamo aperto (Cina e Bangladesh), affiancando alla gestione delle linee un piano di sviluppo che prevede il potenziamento della nostra flotta equipment per poter avere contenitori a sufficienza. Sono stati già pianificati grossi investimenti per raddoppiare il numero di contenitori che avremo a disposizione entro la fine di questo anno. Per programmi a più lunga scadenza vedremo che opportunità il mercato potrà offrirci considerando che oggi è difficile ed oneroso, molto oneroso, trovare navi piccole fino a 2500 TEUs a prezzi “ragionevoli”. Dobbiamo essere oculati e prudenti perché l’attuale livello dei noli potrebbe variare nel medio lungo termine e prendere oggi navi a noleggio vuol dire impegnarsi per periodi non brevissimi a noli giornalieri altissimi.
Oggi si punta molto sulle postazioni “carbon free” anche per le navi minori…
Le nuove normative IMO che entreranno in vigore l’anno prossimo imporranno gradualmente una riduzione delle emissioni. Nel nostro piccolo stiamo prediligendo navi di nuova generazione a basso livello di emissioni. Pensi ad esempio alla Green Ocean, una modernissima nave varata nel 2020 e ai vertici della sua categoria per i bassi consumi ed emissioni.
Esiste una specializzazione sulle tipologie di merci con Bangladesh e Cina? E prevedete anche di riempire le navi dall’Italia?
Il Bangladesh ha una vocazione prevalente sul tessile, la Cina ha invece ovviamente un tessuto industriale molto più ampio e variegato. Poi noi siamo una compagnia di navigazione e dobbiamo essere pronti a trasportare ciò che ci chiedono i nostri clienti. Al momento abbiamo prediletto investire in containers standard. I prossimi steps riguarderanno reefer e open top in modo da poter ampliare i servizi offerti. Non è facile però e soprattutto dobbiamo fare i passi giusti senza farci prendere dalla fretta. Per quanto riguarda il trip Italia-Far East stiamo già lavorandoci e riteniamo di poter presto offrire valide soluzioni per gli esportatori europei. Con un parco-container di 4/5 mila pezzi, che presto raddoppieremo, siamo in grado di offrire soluzioni personalizzate e specialmente rapide e sicure.
A.F.
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