Il tempo che se ne fugge…

Nel disegno: Cronos, il demone del tempo secondo i greci.
Vogliamo premettere che i versi qui sotto non sono un plagio e neppure una violazione della delicata privacy di chi li ha scritti. Non ne citiamo il nome perché chi ce li ha girati non ci ha esplicitamente autorizzato: ma sono così pregnanti che riteniamo di fare un piccolo regalo non solo a chi li legge ma anche a chi li ha scritti. Eccoli, senza commenti: che per tutti noi avanti negli “anta” non sono proprio necessari. C’è la dolcezza di un rimpianto che non deve però essere una resa agli anni: anzi, una carica di forza “nel salmastro del libeccio”.
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Memorie di noi.
Colorati dai sogni di una età
ormai lontana
scopro nella mia memoria
i ricordi di noi,
insensibili alla patina del tempo
che pure è trascorso.
Siamo tutti lì,
anche chi nel frattempo è partito
e ha lasciato,
ma senza abbandonarci del tutto.
Siamo ancora noi,
nuovamente insieme come nel passato,
e non importa il dove
né il quando,
se nelle immagini che tornano,
vivide come lampi,
ritrovo
nel salmastro del libeccio
i sorrisi e le voci squillanti
della giovinezza.
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