Bambini ed alberi, un rapporto che soffre…

Nella foto: Immagine simbolica, con bambina e albero.
Dal lettore S.B. riceviamo il quesito che segue:
Leggendo l’articolo che avete pubblicato sabato scorso mi chiedo: ricordo e mi è stato confermato che negli anni scorsi – non so esattamente fino a quanto tempo fa – veniva piantato un albero per ogni bambino entro un anno dalla sua nascita. Questa pratica è ancora svolta dall’amministrazione comunale livornese? Mi rendo conto che influisce anche il picco negativo della natalità…
Non vuole essere un appunto polemico ma reale, perché ci riempiamo la bocca con i termini green e transizione, rispetto dell’ambiente, emissioni CO2 etc.
Tante pratiche venivano svolte nel passato (quando i cambiamenti climatici erano già in atto, ma noi persone non ci ponevamo mai l’attenzione) e poi, piano piano, sono state abbandonate.
Riuscite a informarmi in merito?
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Verrebbe da rispondere, scherzando ma nemmeno troppo, che forse se i giovani d’oggi si impegnassero di più a far bambini – pratica che per quanto ricordiamo è anche assai piacevole – potremmo aumentare la piantumazione di alberi e aiutare così l’ambiente. Al lettore ricordiamo che anche più di mezzo secolo fa era in vigore una “festa degli alberi” durante la quale persino nei giardini delle scuola (dove c’era una spazio non pavimentato) i ragazzini piantavano festosamente un alberello. Morale: i riti sul verde ci sono sempre stati, anche quando non c’era il verdismo: l’importante è che i riti siano accompagnati da una vera cultura ambientalista, e non da quella che i francesi chiamano “au caviar”.
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