Blue District al lancio

Francesco Maresca
GENOVA – I porti, le città e le loro connessioni: o come si dice ormai con un inglesismo da tutti utilizzato, il loro waterfront. Che un tempo era fatto di bellissimi viali e palazzi di pregio, spesso testimonianze di traffici opulenti: ma oggi altrettanto spesso degradato per lo svettare delle gru, o i fumaioli dei traghetti. Ogni porto ha i suoi problemi: eppure ce n’uno comune, quello di ricercare una migliore vivibilità senza danneggiare il lavoro su piazzali e banchine. È possibile trovare soluzioni? Secondo l’assessore genovese Francesco Maresca non solo è possibile, ma ci si sta provando.
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Libro dei sogni assessore? Malgrado tutte le teorie, ogni città sembra voler rimanere una monade.
“Capisco che l’opinione corrente sia questa. E per certi periodi è stata anche un’opinione condivisibile. Oggi però le cose sono cambiate. Diciamo pure che sentiamo tutti il problema di rigenerare il rapporto tra porto e città: e la ricerca della “Blue Economy” alla fine ci sta dando una mano, aumentando i progetti con le start-up dedicate”.
Ma rimaniamo a livello di bei progetti e ottime start-up che però rimangono sulla carta?
“Tutt’altro, stiamo lavorando sul concreto. Qui a Genova abbiamo già aperto un Blue District: da nove mesi lavoriamo con una location che è un punto di riferimento costante per le start-up del settore ma anche per iniziative in collaborazione con l mondo universitario, gli enti di ricerca e lo stesso CNR. Il nostro obiettivo è farne un centro di eccellenza almeno nazionale sul tema della rigenerazione dei waterfront portuali”.
Non mancano anche in altre città portuali i progetti e le iniziative simili: ma non ci sembra che esista un coordinamento tra di loro e ciascuna realtà, ripetiamo, va per la sua strada.
“Il nostro impegno attuale è proprio di raccordarci con altre città portuali in un confronto che sia nazionale, e che porti a tutti i vantaggi di una progettualità condivisa. Abbiamo già contatti con Assoporti, stiamo cercandoli con Livorno, Trieste, Civitavecchia, Gioia Tauro ed altri ancora. Vorremmo avere punti operativi proprio nelle città con i porti, eventualmente con una azienda dedicata al tema. C’è molto lavoro da fare ma i risultati cui tendiamo saranno a vantaggio delle comunità, dei porti e dei singoli cittadini.
A.F.
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