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Sogese e il “real-time”

Andrea Monti

LIVORNO – Il tema è vasto, e spazia dalla carenza di contenitori a quella ancora più pesante della manodopera qualificata: temi a loro volta che si moltiplicano in sotto-temi come la formazione, la scuola, i sussidi, il rifiuto di molti giovani verso mestieri “pesanti” ma per i quali la domanda è di fatto crescente. Ciò malgrado, ci sono imprese come Sogese della famiglia Monti, che dalla loro sede all’interporto Vespucci di Guasticce, con diramazioni in tutto il mondo dei trasporti, continuano a correre. Facendo fronte alle difficoltà elencate con l’impegno e anche la fantasia. Ne parliamo con Andrea Monti, già altre volte nostro interlocutore.

L’ultimo colpo che avete fatto è una sessantina di celle frigo speciali, in un momento in cui continuano ad essere quasi introvabili…

“Non è stata certo un’operazione estemporanea, visto che li avevamo ordinati da mesi. Anche perché non si tratta di comuni container reefer ma di celle frigo con dimensioni ISO standard e design orientato alle specifiche della conservazione statica a temperatura controllata piuttosto che alla spedizione di merce deperibile. A differenza degli usuali container reefer, queste celle speciali dispongono di circuiti elettrici dedicati per illuminazione interna e blocco macchina all’apertura delle porte, meccanismi di allarme sia per la merce che per gli operatori, meccanismi di sblocco delle porte dall’interno e predisposizione per dispositivi GPS e GSM capaci di fornire in remoto un’autodiagnosi continua, con codici di eventuali malfunzionamenti che ci consentono di intervenire in real-time conoscendo in anticipo la causa del problema”.

Un servizio importante per i clienti, specie oggi con la manodopera specializzata che non si trova facilmente.

“È uno dei tanti problemi, che ci tocca anche in diretta perché i nostri specialisti, che corrono in tutta Italia a supporto delle celle frigorifere che noleggiamo, sono ormai tutti di età matura. È in corso da tempo una attività finalizzata alla ricerca di talenti al fine di velocizzare il turnover, ma trovare dei giovani competenti disposti a diventare elettricisti, i saldatori, i carpentieri e tecnici frigoristi è sempre più difficile, noi siamo sempre alla ricerca. Occorrerebbero normative più incentivanti. La nostra scuola è una scuola despecializzata ed è fondamentale che i ragazzi usciti dal percorso scolastico facciano esperienze lavorative significative per arricchirsi e essere competitivi sul mondo del lavoro. Politiche assistenzialiste sui giovani sono uno dei pericoli della nostra economia”.

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Forse anche la scuola professionale dovrebbe aggiornarsi…

“È un discorso lungo: quando da giovane andavo negli USA per lavoro, potevo verificare che da loro la formazione professionale iniziava già nelle scuole con percorsi dedicati in base alle aspirazioni professionali degli studenti. In Italia vige un altro sistema che ci prepara in cultura generale siamo ancora indietro sull’attivazione reale di percorsi professionalizzanti”.

Altro settore che sconta questi problemi è quello dell’autotrasporto.

“Come dicevo, molti giovani non sono disposti a proporsi per mestieri oggettivamente usuranti o lasciano dopo periodi brevi. Poi c’è il problema dei costi e dell’inflazione: caro materie prime, caro gasolio, caro trasporti, tariffe dei servizi in continua crescita, che è difficile far “digerire” ai clienti soprattutto quando si tratta di salti del 30% e più. Non stiamo vivendo momenti facili in tutto il comparto e il rischio è che si arrivi a mobilitazioni sociali e stagflazione”.

Per di più continua ad esserci carenza di contenitori, a quanto ci dicono.

“Le realtà sono differenziate. In Italia scontiamo ancora questa carenza perché i traffici sono in gran parte gestiti da feeder, che si tengono ben stretti i propri container. In Nord Europa la situazione sta leggermente migliorando, ma il costo dei singoli pezzi rimane ancora alto e non sappiamo se a breve potrà scendere”.

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Pubblicato il
20 Novembre 2021

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