In vino, export veritas

Nella foto: L’hub Gori al Vespucci.
VERONA – Potremmo chiamarla la rivincita dell’Italia almeno in un settore: quello dell’export del vino. Dalla fiera di Verona dei giorni scorsi emerge un dato che fa giustizia di tutte le preoccupazioni nel settore forse più significativo del made in Italy: nei primi sette mesi di quest’anno l’export di vino italiano, in particolare dei vini più pregiati, è aumentato del 14,5% rispetto allo stesso periodo del 2020. Vero che l’anno scorso si era sentita la crisi per la pandemia: ma evidentemente la stessa pandemia quest’anno non ha fatto più tanta paura da ridurre i consumi della bevanda. Altro dato: ancora più netta l’impennata dell’export dei liquori, ovvero delle bevande ad alto tasso alcolico: +23,2%.
[hidepost]
Secondo i dati forniti da SACE, il maggior importatore di vini italiani sia confermata l’America del nord, con gli USA in testa. Malgrado la concorrenza dei vini prodotti negli stessi USA (a volte da viticoltori italiani) e in Australia, il vino italiano doc si conferma vincente. Il dato è confermato anche dalla catena logistica dell’export, che ha nell’interporto Vespucci alle spalle del porto di Livorno uno degli hub più specializzati, la Gori. Con una concorrenza intercontinentale fatta anche sui costi del trasporto, la Gori ha visto il frutto dei recenti investimenti del gruppo DHL sia nei magazzini che nella gestione.
[/hidepost]