Transizione ecologica o presa in giro?
Ci telefona un amico lettore, che fa parte del cluster marittimo di Civitavecchia, con un lungo sfogo sui temi della difesa ambientale: sfogo che in estrema sintesi è centrato sul fatto che ci vengono imposti pesanti sacrifici economici e di stile di vita (il costo dei carburanti è un piccolo esempio, che si riflette su tutti i consumi) quando i paesi più inquinati continuano tranquillamente a sparare milioni di tonnellate di CO2 nell’aria. Sintetizziamo:
Ho letto che la Cina, ma anche la Germania e la Polonia continuano tranquillamente ad alimentare le loro centrali elettriche a carbone; anzi la Germania, che per molti aspetti si considera paese guida per l’Europa, sta aumentando il suo import di carbone dalla Polonia…
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Caro amico, quello che ci ha detto e scritto è la punta dell’iceberg: leggiamo anche noi: c’è recente la notizia che la Cina, primo paese inquinato al mondo insieme agli USA, ha programmato per il 2022 di aumentare del 5% il consumo di carbone per produrre elettricità.
Non è poco, visto che già il plafond annuale di carbone consumato dalla Cina è di 4 miliardi di tonnellate annue. Va però considerato che i cinesi sono ormai un miliardo e mezzo, quindi il consumo procapite non è poi così stratosferico. Il problema vero è che produrre l’energia necessaria per vivere secondo gli standard “civili” d’oggi, se vogliamo abbandonare le fonti fossili (che inquinano) ci costerà sempre di più: almeno fino a quando non sarà davvero disponibile un’energia pulita a costi ridotti, come quelli delle centrali nucleari più moderne che però spaventano tutti. Stiamo entrando, con questi temi, nel campo della filosofia: la corsa all’energia pulita illimitata è un po’ come il paradosso di Zenone di Elea del V secolo avanti Cristo: nella corsa tra Achille e una tartaruga, se questa parte con un metro di vantaggio vincerà sempre perché nel tempo che Achille sta per raggiungerla la tartaruga avrà fatto qualche centimetro, e via così all’infinito. Che c’entra? C’entra perché cerchiamo più energia e più pulita, ma nel frattempo ci serve consumarne di più e le fonti pulite non bastano ancora. La soluzione? C’è l’impegno entro il 2050: forza giovani, tocca a voi.