Navi e cetacei, convivenza impossibile?
Il tema è attuale, come tutti quelli che riguardano l’ambiente a noi vicino. Un gruppetto di studenti dell’Istituto Nautico “Cappellini” di Livorno ci scrive sul web:
Un nostro insegnante ci ha portato una copia del vostro giornale in cui si parla di “whale watching” anche sul Mar Tirreno, specie da bordo di alcuni traghetti. Se n’é discusso perché alcuni di noi hanno raccontato di associazioni ambientaliste che considerano i traghetti come principali killer dei cetacei, sia balene che capodogli.
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Rifacendoci alle stesse fonti citate da alcuni di voi, è indubbio che il traffico intenso di navi veloci su quello che è sempre stato considerato il santuario dei cetacei mediterranei non è il massimo per questi pacifici giganti. Però l’impegno del “whale watching” della Corsica e Sardinia Ferries, come anche di altre compagnie, aiuta a non sottovalutare il problema. Inoltre le stesse navi gialle sono oggi dotate di segnali subacquei che dovrebbero avvertire i cetacei, specie le balene che sono abituate a dormicchiare a pelo d’acqua. In quanto ai capodogli, il loro svernamento è più difficile perché stanno prevalentemente in profondità a caccia di calamari. Ma non sono certo stati, specie nel passato, esenti da pericoli. Anzi, c’è stato il periodo d’oro della loro caccia (si veda anche il museo oceanografico di Monaco) testimoniato dalla vecchia foto che alleghiamo, perché lo spermaceti del loro testone e i grandi denti della mandibola erano molto ricercati.
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