Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Ambientalismo, costi energia e realismo

Dal lettore Carlo Z. Di Savona riceviamo via e-mail una domanda che è di massima attualità proprio in questi giorni di preannunci per il caro-energia elettrica:

Mi potete spiegare voi perché il nostro Paese è l’unico o quasi in Europa che non utilizza le centrali nucleari per l’energia elettrica, ma importa proprio da chi le ha forti quantitativi di Kw a costi stratosferici? Se è un problema etico, ovvero di rifiuto di fonti considerate inquinanti, non dovremmo farne a meno?

[hidepost]

*

Caro signore, la domanda è semplice ma il tema è tra i più complessi. E con implicazioni non solo tecnologiche, ma più che altro politiche, come avrà letto dalle “bacchettate” che si è preso lo stesso ministro Cingolani (vedi la vignetta di QN) quando ha osato riproporre l’energia nucleare. Come dice giustamente lei, l’Europa (per parlare solo del nostro continente) ha circa 200 centrali nucleari in funzione, una dozzina delle quali a ridosso dei nostri confini (a meno di 200 km, fonte Enel). C’è stato, è vero, un referendum in passato, che sull’onda emotiva di Chernobyl ha votato a maggioranza il “niet” alle centrali nucleari, che pure stavamo sperimentando in piena sicurezza. Oggi anche la tecnologia si è evoluta, gli esperti dicono che c’è meno rischio in una centrale nucleare moderna che in una a olio pesante. E in quanto all’ambiente, i paesi che consideriamo all’avanguardia, compresa la Germania, vanno avanti allegramente a carbone, che addirittura importano.

Già, il referendum, ovvero la volontà popolare. Inutile ricordare che è roba di anni fa e che ci fu la grande paura della centrale ucraina saltata. Eppure di referendum ce ne sono stati anche altri (ricordate quello della responsabilità dei magistrati?) elegantemente ignorati o aggirati. Meglio non aggiungere altro. E solo sperare che alla fine questo nostro povero Paese esca dalla lunga fase che descriveva anche il nostro padre Dante: “Nave senza nocchiero in gran tempesta”.

[/hidepost]

Pubblicato il
22 Settembre 2021

Potrebbe interessarti

Avanti adagio, quasi indietro

Potremmo dire, parafrasando Guido Gozzano, che tra gli infiniti problemi che riguardano il nostro mondo attuale, tra guerre e genocidi, ci sono anche le “piccole cose di pessimo gusto”. Tra queste c’è l’incredibile vicenda...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

Se Berta ‘un si marìta…

…“E se domani…” diceva un antico refrain musicale. Riprendo le valide considerazioni del nostro direttore sulla sorprendente impasse di alcune nomine presidenziali nelle Autorità di Sistema Portuale soffermandomi su Livorno: Gariglio è stato tra...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

Per difendere la pace…

Guerra e pace, più guerra che pace: sembra l’amara, eterna storia dell’uomo. Così, per preservare la pace, sembra proprio che non ci siano che le armi: si vis pacem, para bellum, dicevano nell’antica Roma....

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora

Sempre più droni sul mare

Se ne parla poco, specie dei più specializzati: come quelli subacquei della Wass di Livorno per Fincantieri, o quelli sempre italiani, costruiti però in Romania dall’ingegner Cappelletti della livornese ex Galeazzi. Però adesso Fincantieri,...

Leggi ancora

Porti teu in overcapacity?

Riforma della riforma portuale: l’articolato Rixi che abbiamo anticipato – che naturalmente deve passare anche dalle Camere – punta dunque a coordinare lo sviluppo degli scali, oggi lasciato eccessivamente alla potenza dei singoli “protettorati”...

Editoriale
- A.F.
Leggi ancora
Quaderni
Archivio