La strada del nostro inferno
LIVORNO – È un antico ma ancora attualissimo proverbio: la strada dell’inferno è lastricata di buone intenzioni. Tradotto: tanti progetti, tanti impegni, tanti contratti anche di grande valore (le buone intenzioni) alla fine producono soltanto tante attese ma si concretizzano in tempi troppo lunghi. E intanto c’è chi sullo stesso tema corre ed è nettamente avanti.
Parliamo del GNL e della (buona) notizia riportata qui accanto: il RINA spingerà per i depositi di GNL nei porti.
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La domanda è: in un libero mercato (libero davvero?) come il nostro, c’è davvero bisogno di un ente che spinga? Ci risulta che progetti di depositi di piccola e media taglia nei porti ce ne siano a dozzina – compresi a Livorno, a Piombino, a Genova, a Bari etc – ma fino ad oggi hanno dovuto lottare contro una specie di Idra a cento tate di burocrazia, permessi, veti incrociati, incertezze. Non sarebbe stato più semplice e veloce – senza niente togliere all’EMSA e al RINA – sburocratizzare e velocizzare con una norma tutta italiana? Basterebbe l’esempio di Oristano per capire: ci sono voluti 5 anni di carte bollate e solo un anno per realizzare il deposito sardo del GNL.
Benvenuto RINA: speriamo davvero nel miracolo.
A.F.
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