Rimorchio portuale e gare della UE
Da Paolo Piccardo, che ci segue sempre con attenzione, il seguente caustico commento alla rubrica del marittimista apparsa in uno dei precedenti numeri sulle normative relative alle gare per il rimorchio nei pori:
Bravo marittimista. Ora verremo tutti a mangiare a casa tua con i nostri figli.
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Il lettore se la prende con il nostro esperto marittimista, ma forse ha sintetizzato il suo sfogo contro una normativa europea che in nome al molo della libera concorrenza sul mercato ha creato molti problemi, molte incertezze e anche altrettante richieste di modifica.
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Perché la libera concorrenza sul mercato non può prescindere da anni di investimenti, da riconoscimenti di professionalità fuori da ogni dubbio, e specialmente dalla difesa della bandiera nazionale nei servizi essenziali sui porti e nelle dipendenze. Il marittimista l’ha spiegato bene: semmai, nel peggiore dei casi, potremmo andare tutti a mangiare a casa della solita commissione europea, che spesso sembra legiferare ignorando le realtà concrete: o a casa dei noti legislatori, che si occupano più di transgender che di temi dell’economia marittima reale.
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