Piano il piano dragaggi

Rodolfo Giampieri
ROMA – Rodolfo Giampieri, presidente di Assoporti, si è detto soddisfatto a metà: “Bene per una normativa che semplifichi e acceleri i dragaggi – ha dichiarato – ma occorre andare oltre, perché la competitività del sistema portuale italiano dipende anche dall’accessibilità delle navi sempre più grandi”.
Giampieri si riferisce all’emendamento approvato nei giorno scorsi al piano nazionale PNRR che chiede al Ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibile (MIMS) un piano nazionale coordinato dei dragaggi portuali, da presentare non oltre due mesi. Considerato che l’ormai prossimo agosto è un mese quasi neutro per le attività di governo, la speranza è che si riesca ad avere il suddetto piano entro la fine dell’anno. Mas que nada direbbero in Spagna: ma ha ragione Giampieri a chiedere più coraggio e tempi più stretti.
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Ce la faranno al MIMS? È noto che una cosa è legiferare, un’altra è far seguire alle leggi i fatti. Non è una novità in questo Paese: Alessandro Manzoni ironizzava a suo tempo sulle “grida” (praticamente ordini del governo di allora) diventate proprio per ironia “grida manzoniane”, nel senso che rimanevano lettera morta. C’è anche da concordare il richiesto piano nazionale dei dragaggi portuali con il Ministero dell’Ambiente, o come diavolo si chiama adesso. Il che, per esperienza, non è mai stato tanto semplice. I pessimisti – che ci sono – sostengono che anche se il MIMS riuscisse a dare il piano entro due mesi, il coordinamento con gli altri Ministeri e con i vari controlli a seguire (Corte dei Conti) ci porterebbero lontano. Senza considerare tutto l’insieme delle incertezze legate ai soliti motivi della politica: risse, distinguo, semestre bianco eccetera.
Comunque sia, un passo è stato fatto. Adesso c’è da mettere il pungolo alle reni di chi deve lavorare. Inshallah.
A.F.
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