Sindacati: dipende dai contenuti
ROMA – “Lo sblocco può essere positivo, ma dipende dai contenuti dell’accordo che il nostro Paese ha sottoscritto con l’Unione Europea; pertanto per conoscerli ed esprimere una valutazione compiuta attendiamo una convocazione formale da parte dei Ministeri competenti”. È quanto ha dichiarato a caldo Salvatore Pellecchia, segretario generale della Fit-Cisl, a proposito dell’accordo raggiunto tra UE e Governo italiano su ITA.
Prosegue Pellecchia: “l’Italia ha bisogno di una compagnia aerea di bandiera forte e in grado di competere con i principali vettori che agiscono nel mercato del trasporto aereo. La nuova ITA deve poter integrarsi efficacemente con le altre modalità di trasporto ed essere funzionale agli interessi economici nazionali, incluso il turismo, il quale è stato duramente penalizzato dalla pandemia e ha urgentemente bisogno di essere rilanciato. Relativamente al personale attualmente dipendente da Alitalia in amministrazione straordinaria, confermiamo la nostra posizione e cioè che, tenuto conto delle potenzialità del mercato all’uscita dalla pandemia, devono essere garantiti occupazione e reddito a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori interessati”.
Conclude il segretario generale: “È arrivato il momento di mettere mano, come stiamo chiedendo da tempo, anche al sistema del trasporto aereo per correggere tutte le disfunzioni che hanno portato le aziende italiane in una posizione di soccombenza nonostante nel ricco mercato del nostro Paese le compagnie estere abbiano fatto abbondanti utili. Alitalia è certo l’azienda più grande del settore, con i suoi 11mila dipendenti, ma ci sono altre migliaia di lavoratrici e lavoratori a rischio, tra vettori e aziende di handling, catering e manutenzione, a cui vanno aggiunti quelli dell’indotto. Anche loro hanno diritto a una risposta positiva”.
[hidepost]
*
ROMA – Meno possibiliste, sempre a caldo, le segreterie sindacali riunite. “In attesa di conoscere precisamente il piano concordato e discuterlo, siamo nettamente contrari sia all’impostazione della trattativa che non ha visto fino ad oggi il coinvolgimento del sindacato, sia sotto l’aspetto del piano industriale”. Ad affermarlo unitariamente Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo, a seguito dell’annuncio sul decollo della newco ITA, chiedendo che “il Governo ci convochi subito”.
Secondo le organizzazioni sindacali: “si prefigurerebbe il cosiddetto spezzatino aziendale con nessuna certezza per le attività a terra di handling e di manutenzioni che rimarranno in ITA. La nuova compagnia partirebbe con una miniflotta con solamente 52 aerei senza prospettive di sviluppo sul lungo raggio. È inaccettabile che su 10.500 lavoratori vengano assunti solamente 2750-2950 il primo anno. Anche il brand messo a bando di gara prefigurerebbe evidenti danni commerciali. Sostanzialmente è un piano debole anche in prospettiva ricavi fino al 2025. Sono errori gravissimi che rendono inaccettabile questa impostazione ma soprattutto rendono la nuova compagnia di bandiera un progetto molto debole”.
“Inoltre – spiegano Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporto Aereo – manca ancora e sempre di più tutta la parte relativa alla regolamentazione del mercato italiano, in chiave anti dumping sociale e salariale, posta in essere da alcuni vettori low cost che competono sul nostro mercato, eludendo e comprimendo le tutele dei lavoratori sia per la parte della regolamentazione sia per la concorrenza del sistema aeroportuale che continua a basarsi su erogazioni di centinaia di milioni di euro con modalità non trasparenti, falsando così la concorrenza e il mercato. A tale proposito, ed in riferimento alle dichiarazioni rilasciate oggi, dall’amministratore delegato di Ryanair Micheal O’Leary, a margine del suo incontro con il governo italiano, che non convoca i sindacati bensì una compagnia straniera low cost, preme ricordare che noi siamo a favore della concorrenza leale fatta da soggetti che rispettano le norme, i salari, i diritti e le loro tutele, partendo dall’applicazione dell’articolo 203 del Decreto Rilancio, compreso il fondo di solidarietà del trasporto aereo alimentato su addizionali comunali sull’imbarco”.
“Siamo quindi nettamente contrari a ipotesi – sostengono infine le organizzazioni sindacali – che prevedono il depotenziamento del fondo che sostiene oggi più di 40 mila famiglie comprese quelle dei lavoratori di Ryanair”.
[/hidepost]