Il lavoro come motore fondamentale per la logistica

Nella foto: Il tavolo dei relatori al Palazzo dei Portuali.
LIVORNO – “Sui porti il lavoro come questione centrale”: tema davvero fondamentale quello che è stato affrontato la settimana scorsa al palazzo del portuale livornese, presenti politici e amministratori ma anche portavoce diretti del mondo del lavoro sulle banchine. Tra questi anche Enzo Raugei, riconfermato pochi giorni prima alla presidenza della Compagnia Portuali Livorno e Yari De Filicaia, presidente di Uniport Livorno, una delle realtà operative di primo piano sulle banchine dei terminal labronici. Per le AdSP oltre all’ospite Luciano Guerrieri anche Mario Sommariva presidente del Sistema Ligure Orientale. Nutrito il pubblico, con i principali esponenti delle imprese e delle associazioni.
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Come sempre, si è parlato dello stato dell’arte, che si basa ancora sull’innesto della riforma Delrio sulla riforma-base della 84/94: ma anche delle iniziative in corso sia nelle AdSP sia a livello di istituzioni locali e del parlamento. Sono intervenuti il sindaco di Livorno Luca Salvetti (richiamo al patto sul lavoro del 7 aprile che ovviamente viene lentamente tradotto in atti concreti) il presidente di Legacoop Toscana Ivan Ferrucci (importanza del sistema toscano tra porto e interporti d’area) Enzo Raugei (sulle problematiche legate all’aumento dimensionale delle navi, ai picchi di lavoro e al ricambio generazionale) e Yari De Filicaia (il governo sembra concentrato principalmente sulla transizione ecologica e non aiuta la transizione tecno-informatica dei portuali, anche non recependo gli emendamenti che erano stati presentati in parlamento sullo sviluppo).
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Per Mario Sommariva c’è un pregiudizio diffuso sulla portualità, un settore non compreso anche per il suo valore in termini di contributi che dà dal punto di vista del PIL, ritenuto che funzioni come 50 anni fa senza conoscere la legge 84/94. Tra i pregiudizi: l’idea che le entrate dei canoni concessori sono ritenute come entrate/reddito d’impresa, quindi le AdSP svolgono attività d’impresa. Questione ancora aperta sulla vera natura delle AdSP; e l’idea che “nelle AdSP si lavori poco e si guadagni troppo”.
Sommariva ha anche evidenziato quanto il cluster marittimo portuale e le relative associazioni siano oggi “sbrindellate”. La portualità appare come una realtà che non riesce a rappresentarsi, malgrado non si sia fermato anche con la pandemia. Chi deve davvero affrontare le problematiche del settore se lo stesso Governo ha visioni diverse? Sono poi poco comprensibili i motivi della bocciatura della Ragioneria di Stato agli emendamenti al decreto Sostegni-bis, con i quali, senza oneri aggiuntivi per la finanza pubblica, si rendeva possibile una riduzione dei canoni concessori, favorendo tra l’altro misure di sostegno alle imprese portuali e terminalistiche.
Secondo Luciano Guerrieri questa crisi doveva essere un’occasione per fare meglio, per recuperare terreno. Ce la faremo? Per forza, non ci sono tempi supplementari. Ha ricordato poi il lavoro svolto dal Governo Biden, citando il rapporto sulle supply chain consegnato recentemente dal Consiglio economico nazionale al presidente americano. “È una sintesi impeccabile – ha detto – dell’importanza che le catene di fornitura rappresentano per il Sistema”. Occorre tutelare le catene logistiche. Dobbiamo preparare il futuro alle giovani generazioni e riconsiderare il lavoro come un valore su cui puntare e non come una voce di costo.
Mettere al centro le competenze professionali, il capitale umano.
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Ivano Russo, direttore generale di Confetra, autore di un intervento preciso ed incisivo è partito dalla considerazione che “In tutto il mondo, le città più progredite, più avanzate, più ricche, sono città di mare e città portuali, da Shenzhen, Amburgo, Brema, Londra. Solo in Italia non è così. Le prime 10 città di mare sono agli ultimi 25 posti. In un contesto povero risulta difficile che possa esserci lavoro di qualità. Il sistema così com’è non può reggere”.
Ha analizzato poi come i volumi dei traffici non generino per forza profitti. Il Paese è retto dall’import export, ma le due dinamiche si sono scisse. Il nodo cruciale è capire dove va la logistica, se i volumi che movimenta generano ricchezza. L’obiettivo è riuscire a capire come riaccorciare questa forbice.
I porti in Italia non generano ricchezza, rappresentano solo lo 0,2% del PIL. Il sistema non regge.
Federico Barbera presidente Fise Uniport ha sottolineato quanto sia opportuno tornare a parlare del lavoro portuale. È normale – si è chiesto – che un nuovo traffico porti solo lavoro precario, creando poi difficoltà nell’organizzazione di tutto il lavoro portuale?
Propone quindi che AdSP, sindacati e associazioni di categoria, disegnino un modello di lavoro che vada bene per Livorno, che sia l’inizio di un percorso.
L’onorevole Andrea Romano, deputato membro della IX commissione (Trasporti, Poste e telecomunicazioni), ha evidenziato come ci sia un intoppo fra Parlamento e Governo, oltre ad un probabile pregiudizio (precedentemente rimarcato anche dal presidente Sommariva) del MEF nei confronti della portualità.
Aspetti che hanno portato alla recente bocciatura – a sorpresa – degli emendamenti al decreto Sostegni-bis. La politica ha dei nodi cruciali che deve affrontare e che non deve lasciare alle associazioni di categoria: 1) logistica, 2) lavoro portuale, 3) trasporti, 4) formazione.
Sul tema dei trasporti il Governo, con il ministro Giovannini – secondo Romano -, ha fatto un passo indietro, nato dall’insufficiente capacità di ascoltare il Parlamento. Riferimento e plauso – ha concluso – all’ottimo lavoro svolto dal Comune di Livorno con la firma del Patto per il lavoro: un modello da esportare a livello nazionale.
L’onorevole Raffaella Paita, presidente IX Commissione Trasporti della Camera, ha ammesso che l’Italia – con un impianto economico ‘900esco – ha perso la bussola di un’impronta industriale forte e che non ha accolto la sfida dell’innovazione.
Una frase che piace tanto, ma che riduce molto il potenziale di visione del nostro Paese è “siamo la più grande piattaforma logistica del Mediterraneo”. Ha poi elencato le differenze tra il PNRR del Governo Conte con quello attuale. Già a fine mese, però – ha promesso – la questione del lavoro portuale si può inserire nell’ambito del prossimo decreto Trasporti – ha annunciato.
L’annuncio finale è stato sulla linea ferroviaria Pontremolese, fondamentale per i porti di Livorno, Spezia e Carrara. “Siamo riusciti a far finanziare il progetto per la galleria di valico – ha detto la Paita – nell’aggiornamento del 2021. Quindi sapremo se l’opera sarà realizzabile, grazie anche a 4 miliardi, prima destinati al Terzo valico e che nel PNRR sono stati “spostati” nella galleria della Pontremolese.
S.B.
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