“L’innovazione tecnologica come mezzo per la transizione ecologica, non come fine”

Rosalba Giugni

ROMA – In occasione dell’audizione sul Decreto Semplificazioni alla Camera dei deputati, l’associazione Marevivo, rappresentata dal presidente Rosalba Giugni e dal vicepresidente Ferdinando Boero, ha sottolineato come il Decreto Semplificazioni “debba essere uno strumento che permetta di rimuovere ogni ostacolo burocratico e di procedura per il raggiungimento degli obiettivi del PNRR di sostenibilità dei sistemi di produzione e consumo, attualmente non sostenibii”.

Marevivo vuole sottolineare la sua preoccupazione sul provvedimento riguardo al silenzio-assenso che sicuramente darà una forte accelerazione alla realizzazione dei progetti, “ma rappresenta un enorme pericolo per la salvaguardia dei beni ambientali e paesaggistici, a meno che non si costituisca un esercito di esperti adeguatamente retribuiti che svolgano con serietà e competenza il difficile ruolo di scrutinatori dell’immenso lavoro da vagliare e da autorizzare. Marevivo ha inoltre evidenziato come l’attuale Decreto Semplificazioni risulti di difficile comprensione e presenti evidenti carenze e criticità”.

Oltre a sottolineare la necessità di procedimenti più snelli, (sempre però nel pieno rispetto di tutte le norme volte a preservare il patrimonio paesaggistico e ambientale del nostro Paese) e ad affrontare il tema delle modifiche alla VIA (Valutazione Impatto Ambientale), Marevivo ha evidenziato come nella Cabina di Regia per il PNRR, composta di elementi reclutati nei Ministeri, con prevalenti competenze giuridico-amministrative, manchi qualunque riferimento alla comunità scientifica che, invece, dovrebbe essere presente, soprattutto per quel che riguarda le competenze in campo ambientale e tecnologico: Il rischio, ha sottolineato l’Associazione, è quello di fare una transizione ecologica senza ecologia.

Marevivo ha evidenziato inoltre:

1 – Tavolo tecnico: Marevivo suggerisce di prevedere una rappresentanza del tavolo tecnico all’interno della Cabina di Regia, in modo da rappresentare le migliori competenze tecniche che, nell’ambito delle linee guida europee, vedono l’integrità di biodiversità ed ecosistemi come trasversali (cross cutting) a tutti gli interventi.

2 – Gli audit: Gli audit finanziari si accertano della correttezza degli adempimenti burocratici, gli audit tecnici si accertano del raggiungimento degli obiettivi fattuali. Ogni azione di semplificazione deve azzerare la valutazione degli adempimenti e deve esaltare la valutazione del raggiungimento degli obiettivi. Si valutano gli adempimenti quando gli audit rilevano il non raggiungimento obiettivi. Ripetiamo ogni volta che gli obiettivi del PNRR non sono la realizzazione di opere per se, ma il raggiungimento di obiettivi di sostenibilità ambientale attraverso la modificazione radicale dei sistemi di produzione e consumo grazie ad opere che devono portare a impatti positivi sull’ambiente e sulla salute umana.

3 – Direzione della Soprintendenza speciale: Nell’attuale versione del Decreto, le funzioni di direttore della Soprintendenza speciale sono svolte dal direttore della Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio del Ministero, al quale spetta la retribuzione prevista dalla contrattazione collettiva nazionale per gli incarichi dirigenziali ad interim. Marevivo sottolinea la necessità di prevedere una soprintendenza unica che unisca paesaggio e patrimonio culturale con ambiente e patrimonio naturale. La direzione della soprintendenza speciale dovrebbe essere doppia, in modo da coprire completamente gli obiettivi di sostenibilità. Se queste figure non lavorano di concerto, potrebbero sorgere infatti conflitti nell’interpretazione dei risultati e incomprensioni reciproche, difficili da dirimere.

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