Ecologia: tra il dire e il fare
Ci scrive dall’Adriatico il lettore Leonardo Costagliola:
Porti ecologici, se ne parla tanto. Ma la settimana scorsa sono entrate due navi nel porto di Ortona rispettivamente del ’72 e ’74. E andavano a carbone….
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Caro Costagliola, il riferimento del suo sarcastico ma realistico commento è ai tanti webinar che danno per scontata una rivoluzione ambientale che nei fatti ancora non c’è: o al massimo è abbozzata.
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Concorderà con noi che non si tratta di raggiungere un obiettivo facile: per la prima volta alla storia dell’uomo sono stati sottoscritti impegni internazionali per arrivare a obiettivi che per molti aspetti appaiono anche oggi fantascientifici. Noi non siamo scienziati, non siamo nemmeno esperti: ma dobbiamo prendere atto che gli sforzi ci sono. Cresce in modo esponenziale l’alimentazione GNL delle navi – l’armamento Grimaldi con le sue rivoluzionarie ro/ro tipo “Eco” sta aprendo una strada – e navi da crociera seguono gli stessi obiettivi. Sui porti è tutto un seguirsi di progetti e programmi per banchine elettriche, stazioni a GNL, depuratori attivi, generatori di corrente elettrica dalle onde e dalle correnti marine. Certo, viaggiano ancora per mare le carrette a carbone: come in terra ci sono ancora centrali elettriche che vanno anch’esse a carbone o a olio pesante, che è quasi peggio. Però, se è vero che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare – vecchio proverbio – è anche vero che chi ha passato gli anta dopo gli anta ricorda spettacoli come una Londra coperta di fuliggine sulle facciate delle case che oggi non esistono più. Spingiamo tutti a lasciare ai nostri figli e nipoti un mondo meno inquinato: e a far sì che loro abbiano una coscienza ecologica maggiore di quella alla quale siamo stati formati noi più vecchi.
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