Il colore dei gatti
LIVORNO – Qualcuno mi dirà quasi certamente, che voglio metter becco su temi più grandi di noi. Ma non c’è dubbio che negli incontri dei giorni scorsi tra i grandi della Terra, Biden da una parte e Putin dall’altra, si sono dette tante cose (e altre si sono sottintese) che alla fine dei conti ci cascano nei piedi anche a noi.
Non la voglio far lunga: io sono nato all’inizio dell’ultima Guerra Mondiale e me la sono sorbita tutta da bambino; poi mi sono sorbito da grandicello le guerre di Corea e del Vietnam, ho viaggiato in Uganda durante il regime di Obote e mi hanno sparato dietro alle sorgenti del Nilo, ho avuto poco piacevoli incontri con gli indios del Rio delle Amazzoni eccetera eccetera.
[hidepost]
Voglio dire: la mia è stata un’epoca di guerre e speravo davvero che per le generazioni d’oggi il mondo fosse diventato più saggio.
Torno all’incontro dei grandi: è tempo di cercare davvero la convivenza pacifica, anche se la storia c’insegna che fa parte delle illusioni. Però ci possono provare. E come diceva Mao Tse-tung, non mi interessa chi sia il promotore degli accordi come non interessava a Mao il colore del gatto: l’importante è che prendesse i topi.
A.F.
[/hidepost]