Navi giganti, porti e speculazioni
Dal signor Enzo Esposito, in relazione al recente studio sul gigantismo navale e i suoi problemi, ci scrive sul web:
Il gigantismo così come viene utilizzato oggi non ha senso.
Le Authority devono introdurre nuove regole per mediare gli interessi del carico e quelli del vettore.
C’è troppa speculazione da entrambi i settori.
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Ci sono diverse scuole di pensiero sul gigantismo navale, e sarebbe presuntuoso dare un giudizio drastico e lapidario su un fenomeno che oggi coinvolge non solo gli armatori e i porti, ma anche i cantieri navali, i servizi ai giganti (bacini di carenaggio, riparatori, assicuratori, marittimi) e in definitiva anche la salvaguardia dell’ambiente marino. È indubbio che una nave da 20 mila contenitori costa meno di tre navi da 10 mila, sia come gestione che come costruzione, ma le limitazioni di questi giganti sono rappresentate dai porti, in particolare da quelli storici circondati dalle città, che più di tanto non possono offrire spazi di banchina, fondali, aree di manovra.
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Qualche decennio fa una grande compagnia di navigazione americana aveva studiato una formula che consentiva di avere grandi e grandissime navi che tuttavia non entravano nei porti ma si fermavano davanti ai loro ingressi scaricando grandi chiatte cariche di containers, che entravano in porto e venivano raccolte con il carico di partenza al ritorno. Si chiamavano LASH, per un po’ funzionavano ma le complicazioni a bordo e anche nei porti ne decretarono la fine. Oggi si continua a costruire giganti (si parla già di portate intorno ai 30 mila TEUs) ma i porti adatti ad ospitarle rimangono solo quelli di nuova costruzione (in Italia sembra adatto solo Gioia Tauro) e diventa anche difficile radunare i quantitativi di TEUs sufficienti a saturarne la portata. Nel frattempo si lasciano spazi per navi medie che hanno il vantaggio di poter operare sia come feeder, sia nei porti storici che spesso sono i più vicini alle aree di produzione. In sostanza, tutto è in divenire. Come sempre, d’altronde.
Qualche dato, in aggiunta alle considerazioni qui sopra, serve a chiarire meglio di che tipologia di navi stiamo parlando: una portacontainers da 23.900 TEUs ha un DU (Dislocamento Unitario) di circa 180 tonnellate: ciò significa che la nave ogni 180 tonn. di carico, varia di un centimetro il suo pescaggio medio. Considerando il peso di un contenitore di 20 piedi a circa 10 tonn. un centimetro di pescaggio è pari a 18 contenitori da 20’ pieni. Vedete voi di che fondali hanno bisogno i giganti, senza contare anche l’ingombro in larghezza che ormai supera i 60 metri.
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