Invaso dalle meduse il Golfo di Trieste

Nella foto: Meduse nel Golfo di Trieste.
TRIESTE – Nei giorni 6 e 7 aprile – scrive ARPA nel suo sito – le acque del golfo di Trieste sono state interessate da una massiva presenza della medusa “Polmone di mare” (Rhizostoma pulmo).
La presenza di questa medusa è stata già rilevata nel mese di marzo grazie ai monitoraggi istituzionali effettuati dai tecnici di ARPA FVG, seguendo le metodiche previste dalle direttive nazionali e comunitarie. Un’abbondanza degna di nota fu osservata anche nel mese di gennaio soprattutto nell’area Centro-Orientale del Golfo in prossimità della città di Trieste, quando erano presenti anche diversi esemplari giovanili.
La situazione meteorologica ed oceanografica instauratasi nei giorni tra marzo ed aprile è stata caratterizzata, da:
– temperature dell’acqua particolarmente miti;
– venti relativamente deboli;
– una scarsa circolazione delle masse d’acqua del Golfo;
– un relativo aumento delle acque dolci di origine fluviale con conseguente apporto di sali nutritivi;
– la presenza di abbondante fitoplancton nelle acque della rada di Trieste.
[hidepost]
Successivamente, forti venti dal quadrante Orientale hanno repentinamente modificato la circolazione delle masse d’acqua innescandone la fuoriuscita lungo la costa Occidentale e di conseguenza favorendo l’ingressione lungo quella Orientale. Le ore centrali del 7 di aprile sono state, invece, caratterizzate da venti provenienti dal quarto quadrante (da Ovest e da Nord) di media intensità.
• A causa del cambiamento climatico, le acque del Golfo di Trieste stanno mostrando, nei mesi invernali, un aumento della temperatura in prossimità del fondale marino, tra -15 e -25 metri, di circa 0,1 °C all’anno, questo aumento può favorire lo sviluppo delle meduse anche in questo periodo dell’anno;
• la netta diminuzione delle risorse ittiche, a causa della sovrapesca in tutto il mondo, sta liberando sempre più una nicchia ecologica favorevole alla proliferazione delle meduse che si cibano di zoo e fitoplancton e quindi in competizione con il comparto ittico;
• la presenza di moli, dighe frangiflutto e scogliere sommerse a difesa di condotte sottomarine, posso favorire il peculiare ciclo di vita delle meduse facilitando l’insediamento della fase polipoide di questi organismi.
Unica nota positiva è che si sta osservando anche un incremento di specie medusofaghe, ovvero che si cibano di meduse e altri organismi gelatinosi, quali i delfini, le tartarughe marine e il “pesce luna” (Mola mola).
Le meduse sono annoverate tra gli animali più antichi del pianeta: sono sopravvissute per milioni di anni fino ai giorni nostri proprio grazie alla loro estrema capacità di adattamento in un mare che sta sempre più evolvendo, sotto la spinta delle pressioni ambientali causate dall’attività umana.
Da sottolineare infine che aumentano le proposte da parte degli specialisti ma anche dei gourmet di utilizzare alcune specie di meduse – come le rhizostoma in questione – per l’alimentazione umana. Specie nel Sud Italia alcuni piatti sono già conosciouto ed apprezzati.
[/hidepost]