Le sardine come simbolo?
Riceviamo da Roberto Antico di La Spezia:
Caro direttore, ho visto che ogni tanto ti diverti a pubblicare vignette riferite al nostro mondo marittimo e portuale. Bene: sulla Settimana Enigmistica di qualche tempo fa ho trovato (e gliela invio) una divertente vignetta che può avere anche riferimenti politici (l’occupazione del movimento delle sardine della sede romana di un partito) ma in particolare evidenzia il passaggio delle specie marine da un mare all’altro, anche in situazioni – le sardine già in scatola… – apparentemente impossibili. Siamo invasi, nel Mar Ligure, da barracuda a branchi, che in passato non si spingevano oltre la Sicilia, per non parlare di balene, granchi equatoriali, meduse sudafricane, eccetera. Un tempo si dava la colpa alle acque di sentina delle navi che portavano le uova di pesci “esteri”. Ma non sono da tempo sigillate queste acque di sentina?
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La proliferazione di specie marine aliene nelle nostre acque non è di oggi: e comunque l’immagine delle sardine che dalla scatola saltano nella bocca del pesce rosso (evidentemente sorpreso e contrariato) rende bene la situazione. Siamo d’accordo con te che oggi non sono più le acque di sentina delle navi a diffondere le specie aliene: la causa principale è il riscaldamento del Mediterraneo – che segue il riscaldamento degli oceani e degli stessi poli – che favorisce la colonizzazione di specie provenienti dai mari più caldi. Dal mar Rosso per esempio sono arrivate e stanno arrivando specie locali attraverso il canale di Suez (e non a caso la migrazione si chiama “Lessepiana” dal nome del costruttore del canale il francese Lessep). Non tutto il male viene per nuocere: i barracuda che tu citi non sono male sia come spettacolo sia come piatto per i ghiottoni…
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