Troppi webinar, chi li segue?
Uno spedizioniere livornese che chiede di firmarsi …Caronte ci scrive una nota metà spiritosa e metà amara:
Caro direttore, ti spiego perché Caronte: perché ormai, in questo mio mestiere, mi sembra di essere addetto a traghettare delle anime verso l’inferno. Ogni giorno un problema nuovo, ogni giorno a cercar di evitare ottuse richieste burocratiche con relative perdite di tempo e mal di fegato. E adesso a tutto questo si aggiunge una vera e propria pioggia, anzi burrasca, di webinar ai quali sei invitato e sui quali spesso devi giocoforza registrarti per non far la figura dell’incompente. Ti potrei elencare una sfilza infinita di questi dibattiti che ti imporrebbero di stare attaccato al computer per ore, trascurando il lavoro (quando c’é) e la ricerca di lavoro (quando come sempre più spesso accade) non c’é. Mi chiedo: non esiste un’autoregolazione di legge sul diritto di non farsi scassare i c…i con ore di fiere delle vanità a vantaggio solo di chi ha qualche minuto di ribalta?
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Caro amico, sfondi una porta aperta: anche noi dei giornali siamo travolti dagli inviti a webinar che si sovrappongono e si rincorrono senza un attimo di tregua. Però a differenza di te, noi siamo deontologicamente costretti a seguirne la maggior parte, perché possono emergere – qualche volta anche da un solo inciso – notizie importanti per tutte le categorie della logistica, compresa la tua. Il dibattito, il confronto, il cercare soluzioni non è mai totalmente sterile.
Diciamo che il webinar ha almeno un vantaggio rispetto ai convegni che prima della pandemia fiorivano con altrettanta frequenza: puoi accendere il computer, fare atto di presenza e poi continuare a farti i fatti tuoi, al limite lanciando una domanda quando il tutto si avvicina alla fine. Sarcasmo? No, sopravvivenza.
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