Assoporti: essere o non essere
LIVORNO – Le aspirazioni, si sa, sono sempre molte. Per il sistema logistico nazionale sono moltissime. Ma anche scegliendo pochi dettagli nella massa, ci troviamo di fronte ad aspirazioni che rischiano di rimanere tali e di non trovare soluzione.
È il caso di Assoporti: l’associazione tra le AdSP che un tempo era collaboratore privilegiata dal Governo e invece è andata perdendo rappresentatività forse per scelta politica centrale, forse perché lo strumento della Riforma Portuale che ha istituito la conferenza mensile dei presidenti non s’è mai attivato sul serio.
Adesso siamo anche a vertice scaduto, che certo di questi tempi affannati ed affannosi non aiuta. Non c’è in ballo solo la conferma o la sostituzione del presidente, ma anche una radicale modifica della filosofia operativa. Negli ultimi incontri sarebbe emersa anche la proposta di nominare un presidente fuori dalle AdSP: un tecnico puro, non condizionato né condizionabili da beghe di partito, aspirazioni di potere o altro. Non pare, al momento, che la proposta abbia molti seguaci. Ma una cosa è certa: con la struttura e i limiti attuali, Assoporti “non è”. E potrebbe invece essere uno strumento di grande importanza per mettere finalmente a regime la rete dei porti e imporre alla politica di chiarire le normative pertinenti: quelle che per i tanti buchi oscuri portano la magistratura a far tintinnare le manette in più d’uno scalo.
A.F.