Com’è nato il container
Riceviamo sul web da “alcuni studenti del liceo Enriques di Livorno”:
Buongiorno, tra noi e il nostro insegnante di storia abbiamo fatto una specie di scommessa sulla nascita del contenitore. Lui sostiene che era già noto nell’antichità, sulle navi fenicie, poi romane, greche e cartaginesi. Noi su Google abbiamo invece trovato che è stato inventato negli Stati Uniti da un trasportatore proprietario di vari camion negli anni ‘50 e nel 1956 i suoi primi containers viaggiarono da Network a Houston su una navetta che ne trasportò una sessantina. Chi ha ragione?
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Avete ragione sia il professore che voi. Come “contenitore” di merci, gli antichi naviganti avevano infatti standardizzato anfore dedicate alle varie tipologie di merci: anfore olearie, granarie, vinarie, eccetera, che venivano stivate nelle navi in modo da rimanere incastrate le une con le altre anche con mare mosso. Un sistema, in sostanza, che era già quello dei moderni containers, ovviamente con materiali e dimensioni diverse.
Il moderno TEU (Twenty-foots Equivalent Unity) è stato inventato dall’americano Malcom McLean, che sembra si fosse ispirato ai distributori di sigarette (tutti i pacchetti impilati) ed avesse cominciato a realizzare rimorchi standard sui suoi camion, da sganciare e poi caricare sulle navi l’uno sull’altro. Dai rimorchi passò agli “scatoloni” standard successivamente e il primo carico di containers standard (858 per l’esattezza) fu inaugurato da una navetta che li trasferì da Network a Houston. Il sistema fu osteggiato dai portuali, che vedevano diminuire il lavoro, ma fu poi adottato dall’US Army che ne fece largo uso in Vietnam. Il passaggio al commerciale fu successivo e McLean creò una grande compagnia, la Sea-Land (oggi scomparsa) che per decenni operò anche a Livorno.
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