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Il (tanto) fumo e il (poco) arrosto

Fabrizio Vettosi

Dall’amico e managing director di VSL Club SpA Fabrizio Vettosi riceviamo:

“Caro direttore, ho letto il tuo, come al solito (non per piaggeria), breve ma essenziale e colto editoriale dell’edizione del 27. Purtroppo sono abbastanza abbattuto, anche se da buon sportivo non mi sento vinto. Parliamo sempre delle stesse cose, ed il pulpito viene sempre da coloro che alla fine, o per ambizione, o per spirito di squadra associativo, fanno affermazioni piuttosto scontate guardando al contenitore più che al contenuto. Le istanze mi creano ancor più dubbi quando provengono dalle associazioni (udite, udite, ne conto circa 25 nel settore della logistica marittima e non) che si stanno trasformando sempre di più in Organismi autoreferenziali – come sostenuto dall’amico Becce qualche giorno fa – piuttosto che entità datoriali rappresentative degli stakeholders.

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Mi sono un po’ annoiato di vedere pseudo-politici o simil tali che diventano esperti di economia dei trasporti o shipping nell’arco di qualche mese, salvo poi solo ergersi sul podio con affermazioni fumose e prive di contenuto. Il nostro è un settore per tecnici e non per predicatori, quelli li lasciamo ad Hyde Park Corner. Mi sarò convinto solo quando avrò visto al vertice degli organismi politici esecutivi (Ministeri e relative strutture interne) dei veri tecnici indipendenti che operano con il piglio dei manager e non attori in cerca di platee. Le ultime istanze che provengono da stimatissimi colleghi ed amici sono giuste, in particolare quando si fa riferimento (vedi Confitarma e Propeller) al bisogno di una maggiore attenzione alla modalità marittima oltre che all’intermodalità; nel senso che è giusto che la politica guardi ogni tanto il porto dal mare e non solo dalla terra come correttamente evidenziato recentemente da Luca Sisto.

Tuttavia, seguire il gregge è sempre conveniente mediaticamente, andarci contro è pericoloso. Come sai, da decenni, evidenzio l’esigenza di avere un sistema portuale con connotazione eminentemente privatistica partendo dalla trasformazione in SpA delle AdSP (il che non costituisce solo un semplice cambio di forma) ed un processo di selettiva privatizzazione delle stesse in analogia di quanto avvenuto con gli aeroporti (tra l’altro con successo) negli anni 90. Ora sembra che tutti abbiano scoperto l’opportunità di questo modello. Idem dicasi per la noiosa diatriba sulla tassazione (di fatto parliamo del nulla visto che si tratta di un giroconto contabile nel bilancio dello Stato) delle AdSP. Personalmente, da utente, a me sembra che l’attività svolta dalle AdSP e le relative Fonti di Ricavo (per me sono tali, la denominazione “tasse” è solo un’arcaica definizione) abbiano tutto il senso di un’attività commerciale. D’altro canto mi sembra che vi siano a capo delle AdSP bravissimi top manager che spesso si fanno, giustamente, vanto dei risultati economici conseguiti (parlando specificamente di “utili realizzati”) e delle “strategie” attuate per attrarre traffico. Ed, ancora, se osserviamo le complesse clausole commerciali inserite nei contratti di concessione ci rendiamo conto che esiste un’effettiva “negoziazione” dei termini connotando i medesimi contratti come delle genuine iniziative commerciali. Ne consegue che affermare che questa è una eminente funzione pubblica di amministrazione di un bene demaniale è davvero opera ardua da sostenere. Insomma, a me sembra, come correttamente sostenuto da Pietro Spirito recentemente, che ci sia a volte un comportamento opportunistico: quando conviene affermiamo che le AdSP sono macchine perfette che macinano utili, quando ciò diventa scomodo le consideriamo organismi puramente burocratici atti ad amministrare e riscuotere tasse su pezzi di demanio, quasi fossero l’Agenzia delle Entrate. Per favore, siamo coerenti e mettiamoci d’accordo, il mio recente studio sulle performance economiche delle AdSP non a caso è stato apprezzato da alcuni, ed è stato oggetto di insulti da altri. In sintesi: limitandoci al mare, ad andare controcorrente si rischia di andare a fondo, ma forse si viene ricordati per il coraggio!

*

Caro Vettosi, i tuoi interventi – che come questo meriterebbero di andare in prima pagina come editoriale, se in quel caso mi sarebbe plecluso un commento – sono sempre centrati e spesso totalmente condivisibili. Come condivido la tua amarezza sul teatrino delle solite cose e sulle troppe mosche cocchiere. Mi fa invece sorridere, seppur amaro, la tua simulata ingenuità nel sospirare organismi esecutivi come Ministeri e relative strutture indipendenti dalla politica, “che operino con il piglio di manager e non attori in cerca di platee”. Sai meglio di me, dovendo operare, che sia i ministri, sia molti dei manager, sono scelti non in base alle reali capacità e competenze. Del resto “nihil sub sole novi”, ricordandoci che un certo Caligola pensava di far senatore il proprio cavallo a conferma di quanto riteneva valessero i suddetti paludati. Non siamo, grazie a Dio, a quei livelli: ma i “gallinai” ai quali assistiamo tutte le sere nei vari dibattiti alla TV non depongono certo per la chiarezza dei progetti né – salvo qualche caso – sulla volontà di fare il bene del Paese (che io continuo a chiamare, da vecchio mentalmente poco elastico, Patria).

Nel tuo intervento apre anche le vere problematiche sulla quale, “là dove si puote quel che si vuole” (Dante dixit: ma sarà vero?) non si prendono da tempo le vere decisioni. Ripeto la parole “vere”, perché di ipotesi, di suggerimenti, di diatribe e di scontri son piene le fosse. Le AdSP sono enti totalmente pubblici oppure privatistici? La UE ha torto o ragione a volerne tassare gli utili? Possibile che non si riesca a dare risposte convincenti e giuridicamente corrette a questi e ai tanti altri temi in atto? Possibile che si debba assistere invece al mercatino delle vacche per i voti in parlamento, giuste o sbagliate che siano le varie tesi? Concludi: limitiamoci al mare. Mi accontenterei che ci si limitasse all’appello di Nelson a Trafalgar: la Patria si aspetta che ciascuno faccia il proprio dovere.

Antonio Fulvi

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Pubblicato il
3 Febbraio 2021

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