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LIBRI RICEVUTI – “Storia marittima del mondo” di David Abulafia

Premetto subito che chi cerca uno studio agile e sintetico farà bene a rivolgersi altrove. Ammesso che possa trovarlo. Perché questa storia è un malloppo di oltre 700 pagine, scritte fitte fitte e con un racconto che guarda al mondo davvero completo: dalle origini dei tempi, cioè dalle canoe ricavate da un tronco scavato, alle moderne portacontenitori. Ma non è una storia di costruzioni navali: si parla anche di queste, partendo dai tronchi per passare alle barche di pelli cucite della Mesopotamia e degli Inuit, ai Drakkar da guerra dei vichinghi e alle cocche hanseatiche con le quasi contemporanee galee veneziane e genovesi, per finire ai galeoni e ai clipper. La storia, com si sa, è scritta dagli uomini. E l’avventura degli uomini su tutti i mari del mondo è la base di un racconto dettagliato, documentatissimo, insieme di glorie e di tragedie. È davvero la conferma che il mare non h mai separato gli uomini, ma li ha uniti ed ha permesso di unirli: per commerciale ma anche per fare la guerra e – perché no – anche l’amore.

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David Abulafia, l’autore, è docente di storia del Mediterraneo all’università di Cambridge, membro di prestigiose accademie europee, commendatore all’ordine della Stella della Solidarietà d’Italia. Su questa stessa collana ha pubblicato “Il grande mare. Storia del Mediterraneo”. In inglese una mezza dozzina di tomi su personaggi storici del Medioevo e sull’era di Cristoforo Colombo.

Come sempre, è il mare come protagonista, o almeno come deuteragonista dei suoi studi. Come hanno rilevato alcuni studiosi della sua opera, la visuale di Abulafia è, nel raccontare la storia del mondo, praticamente capovolta rispetto alle mille storie che ci hanno raccontato il mondo. Storie sempre viste da terra, mentre la sua è una storia vista dal mare e con il mare. I suoi capitoli sono dedicati alle grandi migrazioni del Pacifico con le canoe a bilancieri, alla talassocrazia cinese e al dominio dei monsoni da parte dei naviganti arabi, alla pirateria dei variaghi e alla effimera colonizzazione degli stessi della Groenlandia fino a Vinland e alle ipotesi di prima reale scoperta dell’America, alla lega hanseatica sul Baltico e alla crescente potenza marittima della Gran Bretagna, superata alla fine da quella USA. Vi si parta della tratta degli schiavi, della ricerca dei metalli preziosi ma anche delle nuove terre da coltivare, delle migrazioni dei popoli quando le glaciazioni e le successive ere di siccità riducevano le risorse, di viaggi dei santi (San Brentano e San Pietro, per citarne solo due) e dei miti.

Il tutto da leggere e specialmente da approfondire a piccole dosi. Ma ne vale la pena.

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Pubblicato il
27 Gennaio 2021

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