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La Piaggio e il mare

Nella foto: Il gommone nelle rapide del Nilo con i Fulvi.

Riceviamo dal lettore Roberto Catarsi di San Giusto (Pisa):

Ho ritrovato, tra alcune mie vecchie fotografie degli anni ‘80, una strana immagine, molto sfocata, in cui si vedono alcuni giovani con magliette su cui è scritto hydrojet Piaggio. Francamente credevo che la grande industria di Pontedera non si fosse mai orientata a motorizzazioni per il mare. A meno che non si sia trattato solo di esperimenti mai andati a buon fine. Anche informandomi su internet ho letto che in Italia sul campo dei jet nautici c’è stata solo una azienda specializzata, la Castoldi, che dovrebbe essere ancora operativa, la foto Piaggio invece mi ha incuriosito. Ne sapete qualcosa?

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Nella foto: Una maglietta della Piaggio ben indossata.

In effetti la Piaggio ha fatto anche alcuni tentativi dedicandosi alla motorizzazione nautica di massa: prima con un piccolo fuoribordo da pochi HP, che chiamò “Moscone” per rimanere nel campo degli insetti (Vespa); poi con una serie di idrogetti Berkeley, montati come propulsori di motori Piaggio a 2 e a 3 cilindri declinati nelle potenze intorno ai 20 e ai 40/50 cv. Gli hydrojet Piaggio furono adottati anche da alcuni costruttori di motoscafi che negli anni ‘80 andavano per la maggiore, tra cui Sessa e anche Rio. Fu anche realizzata una serie di gommoni della Pirelli con il jet Piaggio più potente, quello a 3 cilindri, che richiedeva però la patente nautica. Tutti i Piaggio jet richiedevano una piccola consolle con il volante.

Le cronache di allora riferivano che il sistema Piaggio era molto efficiente su acque calme e permetteva tra l’altro evoluzioni divertenti, come la frenata quasi istantanea (invertendo il flusso della spinta del Berkeley con una semplice leva sui comandi). Su acque mosse, con mare formato invece, l’aspirazione dell’acqua per il jet andava spesso a vuoto (era sotto la carena) con perdita di potenza. Un piccolo dettaglio storico: nel 1982 una spedizione di cinque giornalisti delle maggiori testate italiane, con grandi sponsor come Fiat, Agip, Gilera, Pirelli e Alitalia, portò in Uganda un Pirelli-hydrojet Piaggio con cui furono discese le sorgenti del Nilo, subito a valle del lago Vittoria. Fu una spedizione complicata dalla guerriglia in corso, da ritardi del materiale (era stato spedito con una nave della neonata MSC che arrivò regolarmente: ma il carico si perse per settimane nelle strade tra Mombasa e Kampala) è finita perché il fondo del gommone si sfondò a valle delle rapide Bujangali, tra la curiosità (interessata) dei coccodrilli e delle gru coronate (meno interessata). A bordo del gommone – se v’interessa il dettaglio – c’erano il nostro direttore Antonio Fulvi e il figlio diciottenne Marco.

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Pubblicato il
27 Gennaio 2021

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