Che fine hanno fatto le sardine?
Dal lettore Vito Rossini riceviamo questa sinteticissima domanda (che contiene forse un…trabocchetto?):
Gentile direttore, mi sto ponendo un interrogativo: che fine hanno fatto le sardine?
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Per non cadere pari pari nel possibile trabocchetto, la buttiamo sulla battuta di spirito di questa vignetta, “rubata” dalla Settimana Enigmistica di qualche giorno fa. Le sardine, un tempo presenti a milioni nel Mediterraneo, sono state decimate intorno agli anni ’60 dalla pesca intensiva che non si faceva scrupolo di utilizzare sistemi distruttivi come la luci subacquee notturne e le mini-esplosioni di fondale per fare “aggallare” i banchi.
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Reti a sacco a maglie strettissime hanno dato poi il colpo di grazia. Solo da pochi anni sembra che banchi minori siano apparsi tra l’Elba e la Corsica e nel Mediterraneo spagnolo, ma siamo ancora con una realtà di specie in pericolo. Per chi fosse interessato all’argomento ci sono alcune pubblicazioni sulla storia della pesca all’isola di Gorgona che raccontano addirittura di una vera e propria industria, fatta di campagne annuali, di affitti di terreni isolani per stendere le reti e di prelievi in natura (botticelle di sardine sotto sale) da parte del fisco del Granducato di Toscana.
PS: – Se la domanda si riferisce invece al “movimento” che pre-pandemia ha invaso le piazze di mezz’Italia, al grido di “Sleghiamoci dalla Lega”, non sappiamo come rispondere. Forse è in temporaneo letargo, o forse si è capito che il gioco al momento non coinvolge più.
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