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Tanto andò la gatta al lardo…

Marco Volpi

Dall’ex direttore de La Nazione Giuseppe Mascambruno riceviamo una lunga nota che sintetizziamo:

I muri del quartiere dove abito a Livorno sono tappezzati di scritte contro il campione mondiale di pesca subacquea, il livornese Marco Volpi, che è stato “beccato” con 48 chili di orate prese in pieno periodo di divieto. Volpi ha pagato una salata sanzione di 400 euro (+ altri 400 perché con lui era anche il figlio: quindi doppia figuraccia) ma il problema non è quello: c’è un problema di regolamenti e un problema di etica: perché un campione di pesca dovrebbe essere il primo a rispettare il mare. E perché, almeno dalle accuse sui muri, sembra si voglia sostenere che Volpi non pescava certo per la sua cucina, ma per fare una specie di mercato delle sue prede. Insomma, non un momento di ingenuità, ma qualcosa di peggio: come se i campioni dovessero avere una morale diversa.

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L’amico Beppe ci perdonerà la sintesi estrema. Tra l’altro ci ha allegato un articolo del direttore di “Pescainmare” Stefano Navarrini – altro amico di lunga data – che in una intera paginata della rivista sottolinea come la notizia di Volpi beccato a pescare di frodo lasci sgomenti i veri appassionati. Sia Mascambruno che Navarrini riferiscono che la Federazione Nazionale della Pesca Sportiva stia studiando pesanti sanzioni per il campione: e parlano anche di una eventuale ricaduta nel campo delle sponsorizzazioni. A Marco Volpi Stefano Navarrini rimprovera anche di essersi giustificato con un video su Internet che giustifica poco o niente. E la “soffiata” alle forze dell’ordine che ha permesso di beccare il campione quando è tornato a terra sarebbe il risultato di un’indignazione di chi, a torto o a ragione, pensa che l’episodio non fosse l’unico e che dietro a queste pescate miracolose ci fosse anche un mercato sommerso. Il che sarebbe ancora peggio per un campione mondiale.

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Pubblicato il
13 Gennaio 2021

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