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Il progetto NEPTUNE in Liguria

Nella foto: La tutela degli habitat marini e costieri (foto di Michele Calabrese ed Andrea Serafini).

GENOVA – Il 2020 è stato un anno difficile e impegnativo per le note problematiche sanitarie relative al Covid-19 ; ma nonostante tutto, le attività del progetto NEPTUNE, facente parte del programma di finanziamento INTERREG Marittimo Italia-Francia 2014-2020 e che si occupa della gestione sostenibile della subacquea ricreativa e della valorizzazione del patrimonio naturale e culturale sommerso, sono andate avanti .

Tra i partner liguri l’Area Marina Protetta di Portofino, impegnata nel ruolo di capofila e Regione Liguria, incaricata di coordinare le altre realtà liguri che operano nell’ambito dell’attività subacquea regionale, hanno condotto le importanti azioni di tutela e valorizzazioni ambientali.

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Nel corso dell’estate 2020 sono iniziate le attività operative di progetto con la ricognizione degli elementi del patrimonio naturale nei 21 siti d’immersione a cura dell’Area Marina Protetta di Portofino, responsabile della componente “naturale” di NEPTUNE e in collaborazione con Università degli Studi di Genova (DISTAV) ha iniziato il lavoro per stimare e valutare i benefici e gli impatti derivanti dalla fruizione dei servizi ecosistemici.

“I siti subacquei sono stati investigati tramite una trentina di immersioni subacquee tra 10 e 40 m di profondità attraverso videotransetti, – dicono i tecnici dell’AMP di Portofino -. In ogni sito abbiamo calcolato la frequenza a ciascuna profondità di un totale di 57 Unità Tassonomiche Operative (OTU). Ad ogni OTU è stato associato un valore di vulnerabilità all’impatto subacqueo, ed è stato così possibile sviluppare un indice utilizzato per definire un valore di sensibilità di ciascuna profondità di ciascun sito. Le zone più superficiali (10-20 m) – concludono i tecnici – sono risultate mediamente meno sensibili all’impatto, con l’eccezione di siti caratterizzati dalla presenza di grotte (ad esempio Dragone e Grotta della Colombara), mentre a 30 m di profondità i siti fortemente sensibili sono la maggioranza. A 40 m la sensibilità diminuisce leggermente, pur rimanendo globalmente elevata. Il sito Grotta della Colombara è risultato il più vulnerabile.”

Regione Liguria ha attivato la collaborazione con tutti i soggetti attuatori previsti nel progetto ed in particolare il 2020 ha visto l’intensa attività di campo di ARPAL che ha effettuato la ricognizione degli elementi naturali nei siti di immersione lungo la costa ligure, privilegiando le aree caratterizzate da una minor pressione antropica (fuori dalle aree marine protette) in modo da valorizzare il patrimonio di biodiversità che caratterizza il fondale ligure anche nelle mete meno note.

Complessivamente, grazie al materiale raccolto nei siti di indagine, è stato possibile censire più di 170 specie di interesse naturalistico (contribuendo ad aggiornare il data base regionale della biodiversità) e, tra queste, verificare la presenza di una quindicina di specie protette, confermando ancora una volta la ricchezza in termini di biodiversità e varietà di habitat, dei fondali liguri anche al di fuori delle aree più rinomate e battute dal turismo subacqueo.

Infine, in stretta relazione con NEPTUNE, Regione Liguria ha rilanciato il distretto della subacquea ligure.

Il distretto, nato nel 2019, promuove attività e progetti legati alla subacquea nella Regione Liguria creando un network e coinvolgendo tutti i soggetti che operano nell’ambito subacqueo. Tra le principali attività collegate al distretto ligure nel 2020, il corso di formazione organizzato da Regione Liguria con il contributo dell’Università di Genova rivolto a guide e istruttori subacquei, la campagna di sensibilizzazione e valorizzazione tramite la realizzazione di filmati incentrati sulle bellezze dei fondali regionali. Il 2021 vedrà proposte ed idee di valorizzazione del distretto con la di pianificazione, insieme a tutti i soggetti coinvolti, di progettualità innovative.

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Pubblicato il
13 Gennaio 2021

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