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Le interviste: Giorgi – Zangrandi

Giovanni Giorgi (ad OLT)

Ingegnere, sembra passato un secolo da quando il Terminale OLT è apparso al largo di Livorno, tra contestazioni dei soliti Nimby e quasi generale ignoranza sull’LNG. Oggi è ancora un esempio di pionierismo, almeno in Italia, come impianto. Quali si sono confermati i vantaggi rispetto ai gasdotti?

In effetti, che l’accoglienza potesse non essere delle migliori, era da mettere in conto. Il territorio doveva, direi giustamente, metterci alla prova e avere dei riscontri oggettivi rispetto alla reale compatibilità di questo impianto con il territorio stesso. Nello specifico, i vantaggi attesi si sono ampiamente confermati. Al netto di una partenza prevedibilmente non facile, a causa di un contesto macroeconomico critico e di un mercato del GNL tutto spostato nel Far East, a seguito della messa in fermata delle centrali nucleari giapponesi; l’operatività è stata un crescendo. Da due anni, ormai, l’impianto lavora a pieno regime ma soprattutto, in questi anni, abbiamo ricevuto GNL un po’ da tutto il mondo. La sfida della diversificazione e della sicurezza negli approvvigionamenti di prodotto, può dirsi certamente vinta.

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Il vostro insediamento ha portato una serie di ricadute “compensative” sul territorio, compresi gli interventi a sostegno di attività per i portatori di handicap. Possiamo ricordare almeno le principali?

Rispetto a quanto affermavo in precedenza, siamo arrivati sul territorio in punta di piedi. Abbiamo lavorato e continueremo a farlo per migliorare le prestazioni del nostro impianto cercando di sfruttare al massimo le risorse locali; parallelamente, abbiamo intrapreso un percorso per integrarci nel territorio che ci ospita, cercando di fornire un contributo, in una logica di impresa concretamente responsabile che si vuole radicare su questo territorio. Più che fare un elenco dei nostri interventi, vorrei ricordare il progetto di responsabilità sociale d’impresa che abbiamo presentato un anno fa: “L’energia del mare”. Questa iniziativa, articolata su una serie di aree di intervento (ambiente, sicurezza, innovazione e formazione, solidarietà e attenzione alle fasce più deboli, cultura e sport) sintetizza la nostra volontà di condividere con la comunità una serie di progettualità, di fare delle cose, piuttosto che solo di “sponsorizzarle”.

L’ulteriore passo è stato la predisposizione all’attracco per le piccole/medie unità in modo da rifornire direttamente. Visto lo sviluppo esponenziale delle navi a GNL sono previsti potenziamenti?

Come abbiamo avuto modo di comunicare, abbiamo ricevuto le autorizzazioni dalle Istituzioni nazionali e regionali preposte, per avviare il progetto di Small Scale LNG. Contiamo di partire entro l’anno con i lavori di adeguamento del Terminale e di poter ricevere la prima bunkerina entro il 2021.

Si è spesso sottovalutato il tema dell’occupazione specializzata che OLT ha sviluppato: c’è una filiera formativa che possa svilupparsi anche per future iniziative?

Questo, lo confesso, è una mia sfida personale. Da nativo di questo territorio, vorrei che un domani a bordo ci fossero tutte professionalità locali, o come afferma lei che si possano formare delle figure professionali che siano poi in grado di ricollocarsi anche in altri ambiti e in altre realtà geografiche. Non è facile ma ci vogliamo lavorare. È un impegno che ci siamo dati. Intanto a terra, il numero dei dipendenti espressione della nostra regione, è cresciuto molto così come i fornitori locali che utilizziamo.

 

Maurizio Zangrandi (ad OLT)

Ingegnere, Snam è entrata nell’azionariato di OLT con il peso internazionale e l’esperienza mondiale riconosciute nel settore. Qual è il suo giudizio sulle peculiarità della piattaforma galleggiante?

Sono entrato in questa azienda con grande entusiasmo e curiosità. Confesso di aver trovato una realtà di rilevante professionalità e organizzazione. Dietro le eccellenti performance del nostro Terminale c’è un lavoro di squadra incredibile che da fuori si fa fatica a cogliere. Un lavoro di tutti: di chi è a bordo, di chi è a terra e dei nostri outsourcer che ci aiutano a governare al meglio questa infrastruttura.

Dobbiamo proseguire lungo questa strada e farci trovare pronti a gestire al meglio anche questa nuova opportunità di business che ci vedrà protagonisti sul mercato del GNL di piccola scala.

Quale è lo scenario attuale delle forniture di GNL in Italia? Quali benefici potrà portare la creazione di una catena logistica italiana per l’approvvigionamento di GNL a uso trasporti?

Finalizzare la catena logistica italiana del GNL permetterebbe al Paese di guadagnare notevolmente in termini di autonomia e sicurezza degli approvvigionamenti. L’Italia potrebbe facilmente affermarsi nel settore sfruttando anche la posizione geografica che la rende lo snodo centrale del Mediterraneo. Chiudere in tempi rapidi la catena di fornitura del Gas Naturale Liquefatto ci consentirebbe di essere protagonisti della logistica europea, terrestre e marittima, cogliendo appieno i benefici ambientali del GNL anche a uso trasporti, facendo leva su un carburante alternativo che consente di ridurre sostanzialmente a zero le emissioni di particolato riducendo anche ossidi di azoto e CO2. Oggi l’Italia è il Paese europeo con la più alta concentrazione di distributori di GNL per mezzi pesanti ma, a causa dell’attuale assenza di strutture Small Scale adeguate, questi impianti sono costretti a rifornirsi tramite autobotti provenienti dai rigassificatori esteri che si trovano in Francia, Spagna e Belgio. Di fatto, in un settore in cui potremmo essere leader, siamo dipendenti da altri Paesi e ci esponiamo a fragilità di sistema.

È il momento di sostenere il Paese e affermarsi in un mercato in forte crescita come quello del GNL, anche per questo ci stiamo concentrando sul nostro progetto di SSLNG.

La situazione emergenziale che stiamo vivendo a livello globale a causa del Covid-19 che impatto ha avuto sul mercato del GNL? Ci sono state ripercussioni per OLT?

La drammatica situazione che viviamo sta avendo un forte impatto anche nel mercato energetico. Va comunque detto che, tra le fonti energetiche, il GNL ha tenuto meglio di altre. Dopo una fase di stallo, la domanda mondiale di GNL è tornata a crescere velocemente, trainata dalle richieste dei paesi asiatici. Come azienda, che gestisce un Terminale di rigassificazione strategico per il Paese, non ci siamo mai fermati e abbiamo, anche quest’anno, allocato il 100% della capacità di rigassificazione. Un risultato importante che abbiamo confermato mantenendo come prerogativa principale la sicurezza dei dipendenti e del territorio.

Oltre al gas compresso (CNG) e al gas liquefatto (LNG), Snam sta lavorando per sviluppare anche l’idrogeno, che è da molti considerato il futuro dei trasporti: quali le prospettive in questo ambito?

L’idrogeno potrebbe coprire circa un quarto di tutta la domanda energetica in Italia entro il 2050, dando un contributo fondamentale alla lotta contro i cambiamenti climatici. Secondo uno studio che abbiamo condotto insieme a The European House – Ambrosetti, una penetrazione dell’idrogeno nel mix energetico a questa percentuale consentirebbe di ridurre del 28% le emissioni di CO2 del Paese rispetto al 2018. Per il settore delle infrastrutture energetiche, in cui la programmazione è cruciale, questo orizzonte non è così lontano.

Siamo convinti che idrogeno e GNL saranno parti integranti del futuro energetico dell’Italia e dell’Europa.

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Pubblicato il
18 Novembre 2020

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