Dall’assemblea Assoporti il rilancio del “sistema dei sistemi”

Daniele Rossi
NAPOLI – L’assemblea nazionale di Assoporti, tenutasi a Napoli mercoledì scorso e molto attesa per capire quale audience l’associazione dei porti italiani raccoglie a livello governativo sui grandi progetti in corso nel paese, ha confermato la volontà della stessa Assoporti di richiamare l’attenzione dell’Europa, oltre che dei sistemi portuali italiani, sulla necessità di un vero “sistema di sistemi” e non di una costellazione di porti impegnati solo sui propri interessi.

Nella foto: L’intervento del presidente di Livorno ingegner Corsini (a dx), al suo fianco il professore Ugo Patroni Griffi presidente di Bari.
Questo percorso ben definito ha fatto sì che anche l’Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Orientale, oggi fuori da Assoporti insieme a quella della Sicilia Occidentale, ma presente all’assemblea con il suo presidente Andrea Annunziata, stia valutando in chiave positiva i risultati delle ultime decisioni dei vertici dell’associazione; e quindi di rientrare nella stessa. L’importante notizia è emersa dall’assemblea ed induce a pensare che una simile iniziativa possa essere allo studio anche dell’altro sistema portuale siciliano.
Una direzione, quella di concretare il “sistema dei sistemi” portuali italiani, che il presidente di Assoporti Daniele Rossi ha ripercorso nella sua relazione, ricordando che in questo anno orribile sotto il profilo dell’economia mondiale i porti italiani comunque non si sono mai fermati garantendo la sicurezza dei lavoratori, dei marittimi e delle merci. La contrazione generale ha ridotto del 12% le merci movimentate nel primo semestre rispetto allo stesso periodo del 2019, con settori quasi azzerati quali i passeggeri e ancor più la crocieristica.
“Traffici perduti, che non potranno mai essere recuperati ed i cui effetti negativi – ha detto Rossi – dovranno essere mitigati, soprattutto sui lavoratori”. Rossi ha ricordato i passi compiuti dall’associazione come la sottoscrizione di alcuni importanti accordi di collaborazione a beneficio del sistema portuale e del sistema paese tra i quali il protocollo con l’Agenzia delle Dogane per favorire la digitalizzazione delle procedure doganali degli enti portuali e la standardizzazione delle modalità operative, il protocollo di intesa con Cassa Depositi e Prestiti di collaborazione tecnico finanziaria fra questa e le singole AdSP per la realizzazione delle nuove infrastrutture, quello con Medcruise per lo sviluppo del traffico crocieristico, con Svimez per la costituzione di un osservatorio economico sulle ZES per lo sviluppo delle aree portuali, con ICE e UIR per collaborare alle maggiori fiere di settore. Fra i tanti temi affrontati nel corso dell’attività il contratto con i lavoratori portuali, quello dell’autoproduzione, che rimane consentita – ha detto – ma solo dove non ci sono soggetti autorizzati a garantire il servizio. Ha richiamato poi la necessità di una garanzia di poter dragare i porti partendo da una possibile rimozione dei limiti allo spostamento dei sedimenti e dalla semplificazione del deposito temporaneo: un traguardo da raggiungere in collaborazione con il MinA e l’ISPRA.
Fondamentale per il presidente è semplificare le norme, velocizzare anche i diversi progetti portuali per evitare che diventino obsoleti e lavorare all’integrazione logistica del Sud con una rete ferroviaria moderna ed efficiente. È su strade, ferrovie e digitalizzazione che devono essere concentrati sforzi e risorse del Recovery Fund. La portualità italiana per sua caratteristica morfologica – ha spiegato – non persegue le concentrazioni logistiche ma ha bisogno di connettere materialmente ed immaterialmente i suoi hub.
Senza una vera semplificazione normativa non potrà esserci ripresa; ad esempio nei codici appalti ed ambiente occorre limitare le sanzioni penali, inasprendole, solo ai casi di comprovata patologica infedeltà per non bloccare il lavoro della pubblica amministrazione”.
Fra i piani specifici di settore il presidente Rossi ha richiamato la necessità di arrivare quanto prima ad una completa attuazione della riforma della legge 84 ed in particolare alla messa in funzione della Conferenza dei presidenti per garantire l’effettivo coordinamento centrale della portualità nazionale e si è detto fiducioso che sulle misure dei canoni portuali del Decreto Rilancio, una volta compiuta l’indagine in corso sulle esigenze dei terminalisti e piccoli concessionari, si possa raggiungere una interpretazione più vicina alle loro aspettative.
L’assemblea, aperta dal presidente dell’AdSP del Tirreno Centrale Pietro Spirito – cui sono seguiti i saluti istituzionali dell’ammiraglio CP Giovanni Pettorino e dal sottosegretario MIT Roberto Traversi – dopo la relazione di Daniele Rossi è proseguita con panel sul bilancio post Covid dei porti italiani, sulla portualità fra Recovery Fund e sviluppo, sulla geopolitica dei porti, e sulla relazione fra porti, territori e turismo, cui hanno partecipato oltre 20 relatori fra presidenti dei sistemi portuali, esponenti del governo, della politica e ricercatori. Sempre centrale il tema della crescita sostenibile dei porti con interventi delle varie autorità sui progetti in corso relativamente al GNL ed alla elettrificazione delle banchine – richiesta dal Green New Deal – ma anche su implementazioni dei collegamenti ferroviari e molto altro, come ad esempio le riflessioni sul riposizionamento percepito nel mercato globale che ci induce all’osservazione di un trend di ritorno ad un’economia di prossimità. Temi che riprenderemo presto.
Intervenuto in videoconferenza, il ministro Paola De Micheli ha tratteggiato i diversi scenari di lavoro del MIT nel breve, medio e lungo periodo: dall’iniziale procedimento a tamponare l’emergenza data dalla riduzione dei traffici fino all’impegno di adeguamento sostenibile con il giusto sostegno economico agli operatori portuali, lavori sulle infrastrutture, ultimo miglio ferroviario e stradale per il porto. Impegno anche per la ripartenza delle crociere attraverso gli incontri con i player e quello prossimo e a lungo termine per concorrere con i porti del Nord Europa. Gli obiettivi nell’allegato sulle infrastrutture al piano nazionale di riforme che potranno essere finanziati anche con gli strumenti europei quali il Green New Deal e il piano UE Next Generation riguardano l’appoggio alle infrastrutture sostenibili nei porti, con efficientamento di strutture esistenti e potenziamento delle mission specifiche del singolo porto. Mobilità da e verso i porti con realizzazione di una struttura stradale e ferroviaria omogenea. Sostegno infine agli operatori portuali che non possono essere gravati dagli oneri necessari per gli adeguamenti previsti dal progetto Green Port. “Abbiamo messo più di 800 milioni di euro per i porti – ha detto De Micheli – e ci saranno altre risorse dai Fondi Europei per la manutenzione del territorio e la digitalizzazione della logistica”.
Cinzia Garofoli