Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Il porto è tornato alla normalità, dopo il grave incendio ai capannoni

Rodolfo Giampieri

ANCONA – Niente inquinamento da diossina, niente parametri pericolosi per la popolazione, ma grande attenzione dell’ARPA e della stessa Autorità Portuale nei giorni successivi al grande incendio nei magazzini del porto. Torna alla normalità il lavoro sullo scalo, che non si è mai fermato per quanto riguarda il transito delle navi. «Stanno rientrando anche i valori delle polveri sottili – scrive l’ARPA regionale in un report – le PM10 da 91 sono scese a 38 e da lunedì sono andate ancora più giù. Stiamo tornando alla normalità». Lo stesso ha dichiarato il presidente dell’AdSP Rodolfo Giampieri, che si è impegnato senza soste nella congiuntura.

[hidepost]

Per esserne certi è stato montato un campionatore sul tetto del Comune che, come una potente aspirapolvere, ha risucchiato quell’aria acre nelle cinque ore che hanno seguito l’incendio e per 24 ancora. Dagli immediati controlli si è verificato che non ci sono stati casi di gente al pronto soccorso. La soglia di attenzione è rimasta comunque alta: le diossine si accumulano nella catena alimentare, ecco spiegato perché il sindaco di Ancona non fa marcia indietro sull’ordinanza dell’insalata: «Lavare accuratamente con acqua corrente i prodotti vegetali provenienti dal territorio di Ancona – è il suo invito alla popolazione – ed evitare di consumare i prodotti vegetali a foglia larga». Anche questo consiglio comunque starebbe per scadere.

«Non abbiamo respirato acido cianidrico né amianto». Il direttore generale dell’Arpam, Giancarlo Marchetti, a poco meno di 48 ore dal rogo che ha ingoiato capannoni, vernici, gomma piuma compressa, in zona ex Tubimar al porto, è andato avanti col massimo della cautela. Perché i dati non lasciano margine alla fantasia.

Marchetti torna al dato certo e ribadisce: «Non abbiamo respirato acido cianidrico. No, non si è diluito nell’aria». Una certezza, spiega il direttore dell’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, che non è stata raggiunta con un percorso standard. Tutt’altro. «Siamo proprio andata a cercarla». E per farlo ha posizionato dei campionatori ad hoc a Monte Dago, piazza Roma, corso Carlo Alberto e piazza Sangallo. «Abbiamo verificato il dato – non si accontenta – anche al porto, nell’epicentro dell’incendio, dove di quella sostanza sono stati rivelati appena 12 microgrammi, contro i 130 che è il valore di tolleranza stabilito dall’Epa, l’Agenzia del Governo Federale degli Stati Uniti.

[/hidepost]

Pubblicato il
23 Settembre 2020

Potrebbe interessarti

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora

La quiete dopo la tempesta

Qualcuno se lo sta chiedendo: dopo la tempestosa tempesta scatenata a Livorno dall’utilizzo del Tdt per le auto di Grimaldi, da qualche tempo tutto tace: sul terminal sbarcano migliaia di auto, la joint-venture tra...

Leggi ancora