Recovery Fund e i conti del premier Conte
LIVORNO – Recovery Fund? Ovvero, verrebbe da commentare alla don Abbondio non essendo economisti né politologi “che cos’è costui?”. Eppure in questi giorni si sta giocando, proprio sul documento che dovrà stabilire come spendere in Italia questi Fondi, una partita che potrà determinare anche il futuro del nostro sistema logistico. Ben al di là dei tanti (troppi?) confronti assembleari o sul web che oggi specialmente rischiano di ripetere all’infinito ricette già note.
Proviamo ad andare sul pratico, terra terra: l’Italia ha a disposizione 209 miliardi della UE sulla base di un piano decennale da presentare entro la fine dell’anno per interventi concreti e dettagliati che incidano sull’economia, ovviamente in senso migliorativo.
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Ebbene, al momento non sembra che a Roma si abbiano le idee chiare: e sembra evidente che i vari Ministeri si stiano accapigliando, con il risultato che occorrerebbero – a dar loro retta – almeno tre volte tanto.
L’opposizione parlamentare, ma non solo lei, sta battendo molto sull’esempio della Francia: che per la fetta di una competenza del Recovery Fund UE ha già presentato un piano dettagliatissimo su tre assi di sviluppo da privilegiare: competitività (34 miliardi di euro) ecologia (30 miliardi) e coesione sociale/territoriale (36 miliardi). Il resto è spicciolato.
È ovvio – leggo a commento del tutto sugli interventi degli specialisti – che non basta enunciare gli assi di sviluppo. Competitività vuol dire tutto o niente: e così ecologia. Ma sulla coesione sociale & territoriale invece dovremo riflettere, perché in Italia c’è moltissimo da fare. E con urgenza.
Il premier Conte ha detto in questi giorni: “Se falliremo sul Recovery Fund mandateci a casa”. Ma possiamo permetterci di fallire, limitandoci a mandare a casa alcuni signori?
A Giulio Cesare avevano pronosticato: “Guardati dalle Idi di marzo”, quando in effetti vi finì accoltellato dai congiurati, compreso il figlioccio Bruto (“Tu quote Brute, fili mi?”). Con il Recovery Fund si avvicinano le Idi per tutti noi: che siano di fine settembre (voto regionale) o di fine anno poco conta. Conte faccia bene i conti: sul Recovery si gioca molto del nostro futuro e un fallimento non potrà essere attribuito a uno o più Bruto.
A.F.
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