“Nino” Caponi, addio Maestro

Angelo Nino Caponi
LIVORNO – Se n’è andato, come sempre, con la serenità della sua forza, sia interiore che esterna. Perché Angelo Caponi, per tutto il mondo della logistica “Nino”, è stato un esempio di forza anche nella più dura delle vicende umane, la tragica perdita di un amatissimo figlio. Adesso che anche lui, l’imprenditore dal costante sorriso buono, l’ha raggiunto, rimane in tutti noi il dolore e il rimpianto. Ci ha lasciati troppo presto, quando ancora – a 82 anni – aveva idee e forza per realizzarle.
Ieri, venerdì, ci sono stati i funerali nella chiesa di Santa Lucia in Banditella. C’eravamo in molti, con la speranza – o l’illusione, ognuno la pensa come vuole – di essergli a fianco in questo suo grande viaggio imposto dalla Bella Signora. Chi gli è stato vicino, non solo come età ma anche come collaborazione e umana simpatia, sa bene che a chi la tocca la tocca, presto o tardi. Ma non ci consola averlo già perso. Persino all’interporto di Guasticce (vedi la foto) gli hanno voluto dedicare un grande e luminoso addio. Cui aggiungiamo le nostre affettuose condoglianze alla famiglia.
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Il dottor Angelo “Nino” Caponi ha una storia professionale pressoché unica nel panorama dei nostri imprenditori. A soli 24 anni divenne il capitano della “Gori” che la famiglia del fondatore Giorgio – scomparso a quell’epoca – aveva ceduto alla famiglia Caponi. Dinamismo, coraggio ma anche grande senso pratico, “Nino” trasferì presto la sede dell’impresa – che stoccava allora i contenitori per import ed export – in un grande magazzino in area Ugione e intuì che il vino italiano potesse diventare, come diventò, il prodotto trainante di tutta l’attività. Nel 1989 altro trasferimento a Stagno, davanti alla raffineria. L’accresciuta domanda per l’indovinato business portò a una Joint-Venture con la Danzas, pur mantenendo il totale controllo dell’azienda: e nello stesso tempo furono installate altre sedi con magazzini a La Spezia, Verona e quindi all’interporto Vespucci di Guasticce. Anche all’estero la “Gori” aprì uffici dedicati al vino in Argentina, Australia, Cile, Francia, Spagna, Portogallo e Sud Africa, allargando ulteriormente il business. Un’impresa tanto importante che dal 2004 la partecipazione di maggioranza della “Giorgio Gori” passò al colosso DHL che ne ha fatto il “competence center” dell’intero gruppo Deutsche Post AG e ne ha successivamente acquisito l’intera partecipazione sociale; lasciando inalterato – per le riconosciute capacità – l’intero gruppo dirigente con la presidenza di “Nino” Angelo Caponi, e le cariche di ceo e cfo rispettivamente a Giovanni Soriani e Nicola Di Batte.
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“Con profondo dolore e commozione annuncio la prematura scomparsa del nostro presidente dottor Angelo Caponi” aveva scritto mercoledì scorso Nicola Di Batte. “È un momento triste per tutti ma anche ricco di orgoglio e gratitudine per aver avuto il privilegio di aver lavorato per Lui e con Lui.
Adesso dobbiamo essere tutti uniti nel Suo ricordo per continuare con determinazione la strada che ci ha tracciato”.