Carla Roncallo e quell’ART delle quote rosa

Carla Roncallo
ROMA – La (ormai definita) promozione dell’architetto Carla Roncallo dalla presidenza dell’AdSP di Spezia/Carrara all’Autorità di Regolazione dei Trasporti, commentata “Urbi et orbi” anche come un segnale di smantellamento delle AdSP, contiene a nostro parere un elemento positivo e uno negativo.
Il primo è che finalmente nella tanto vituperata Autorità (che si fa pagare dai controllati, malgrado le loro vivaci proteste) entra una persona esperta e motivata, che sui trasporti sarà in grado di far capire l’importanza della modalità marittima e portuale: perché Carla Roncallo, anche come presidente dell’AdSP, ha dimostrato di avere idee chiare, programmi concreti: e specialmente, è stata capace di applicarli con buoni risultati per entrambi i porti del “sistema”.
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L’elemento negativo ha due facce. “Lo maggior corno della fiamma antica”, come scriveva Dante nel suo Inferno, è il legittimo sospetto che la Roncallo sia stata scelta non per le sue competenze ma in base alle quote rosa: dovevano essere nominati in tre e a fianco di Nicola Zaccheo e Francesco Parola ci voleva una donna. Dove pescarla, con le necessarie competenze? Voilà, ecco l’unica presidente donna di AdSP: presa.
L’altro elemento negativo riguarda proprio l’AdSP che la Roncallo dovrà lasciare: un “sistema” che aveva ben organizzato, ben gestito, e ancora in piena corsa. Con la probabile ipotesi di un commissario, se l’iter per l’ART dovesse accelerare. E un commissario oggi a La Spezia vorrebbe dire sottrarre quel “sistema” alla riffa delle prossime scadenze in atto su 12 dei 16 “sistemi”. Saranno pur sempre sostituzioni o conferme pilotate dalla politica, ma i commissari a volte ne sono emanazione diretta. Vedremo: conoscendo le cose e i tempi del governo, saremmo portati a credere che Carla Roncallo rimarrà ancora qualche tempo (se non qualche mese) al timone della sua AdSP. E noi l’auguriamo sia a lei che a La Spezia/Carrara.
Antonio Fulvi
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